SERIE B

Juve Stabia e l’ombra della camorra, il sindaco Vicinanza: «Castellammare è parte lesa, liberiamoci dai clan»

L’indagine che ipotizza infiltrazioni della camorra nella Juve Stabia «rappresenta un’ulteriore ferita all’immagine della città», commenta il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Vicinanza, intervistato da la Repubblica Napoli.
Il primo cittadino parla apertamente di una comunità «parte lesa», ma anche di una possibile occasione di riscatto: «Mi auguro che questa possa essere l’occasione per liberare finalmente il territorio da questo clan, i D’Alessandro, che gestisce i suoi loschi affari da oltre mezzo secolo».

Tuttavia, il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo ha parlato di «indifferenza, sottovalutazione e connivenza» che avrebbero permesso alla criminalità di penetrare nel mondo del calcio stabiese. Il sindaco respinge ogni accusa: «Sicuramente questo non può essere addebitato alla nostra amministrazione, che nasce proprio dopo lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche del Comune. Sin dal primo giorno la nostra azione è stata diretta a riportare trasparenza, legalità e rispetto delle leggi a Castellammare di Stabia».

Nel corso dell’intervista a la Repubblica Napoli, Vicinanza ricostruisce anche quanto accaduto durante la festa del 29 maggio scorso, finita al centro dell’indagine per la presunta “saldatura” tra esponenti del tifo organizzato, elementi contigui ai clan e la comunità cittadina: «Io su quel palco sono intervenuto solo all’inizio, per un saluto, quando c’erano gli atleti e i dirigenti della società. Altri personaggi, che peraltro non conosco, non erano previsti nella scaletta ma si sono imposti da sé».

Il sindaco precisa che la presenza di soggetti colpiti da Daspo o vicini alla criminalità «è stata un’offesa alla città», sottolineando come la festa fosse destinata a famiglie e bambini.
Alla domanda sul perché non siano stati allontanati, Vicinanza risponde: «Erano presenti 150 tra poliziotti, carabinieri e finanzieri. Andrebbe chiesto a loro perché non hanno impedito questa intrusione. Avranno avuto le loro ragioni, forse per motivi di ordine pubblico. Ma allora come avrebbe potuto farlo il sindaco?».

Il primo cittadino esclude con fermezza che l’organizzazione dell’evento possa essere stata influenzata da ambienti malavitosi: «Mi sento di escluderlo. L’idea è nata sull’onda dei festeggiamenti per lo scudetto del Napoli, alla luce della stagione straordinaria della Juve Stabia».

Infine, il sindaco guarda avanti: «Pur con tutto il dispiacere per le sorti sportive della squadra, perché rischia di sgretolarsi il sogno di un altro campionato di vertice, tutto ciò che serve a sgomberare il territorio dalla camorra e dal clan D’Alessandro è un’opera straordinariamente meritoria. Avrà sempre il sostegno di questa amministrazione».

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Redazione Ilovepalermocalcio