«Catanzaro? Mi dispiace che non stia vivendo un bel momento. Negli ultimi anni sono riusciti a ottenere risultati importanti e mi dispiace che ora questa ascesa si sia rallentata. Contro il Palermo non sarà facile, considerato l’ottimo momento dei rosanero. Il Catanzaro resta comunque una squadra agguerrita e potrebbe anche riuscire nell’impresa di ottenere un risultato positivo contro i rosanero». Queste le parole ai microfoni di Ilovepalermocalcio.com dell’ex centrocampista Julio Cesar De Leon.
Lei ha avuto un’esperienza in Sicilia con la maglia del Messina. Avrebbe potuto e voluto vestire anche quella del Palermo?
«Devo dire che in diverse circostanze si è parlato della possibilità di un mio trasferimento al Palermo. Sarebbe stata una meta di mio gradimento, soprattutto per ciò che si respira ogni qualvolta venivo a giocare in casa dei rosanero. Questi colori mi evocano bei ricordi anche alla luce dei gol che ho realizzato nei confronti contro di loro. Il Palermo di quest’anno mi piace e un suo ritorno in Serie A sarebbe importante per il calcio italiano».
Che ricordo conserva di Sottil, allenatore che sta facendo molto bene con il Modena?
«Un bravo ragazzo, dotato di carattere e personalità. Per questo non mi stupisce che stia facendo bene da allenatore. Per alcune cose poi siamo simili, perché a entrambi non piace perdere».
Lei ha giocato con Nakamura. Tutti abbiamo apprezzato le sue doti da calciatore, ma cosa ricorda dell’uomo e della sua cultura orientale?
«Nakamura si è mostrato fin da subito un ragazzo tranquillo, solare e socievole. Non ha avuto difficoltà a entrare nel cuore dei tifosi, grazie al suo atteggiamento e a ciò che faceva in campo. Il nostro gruppo era molto unito e questo lo aiutò nei momenti più difficili. La cosa simpatica che ricordo è legata al suo approccio con la lingua italiana. Al Sud si parla molto il dialetto e ricordo che lui padroneggiava con più facilità il calabrese. Ci faceva ridere questa cosa e, simpaticamente, a volte lo prendevamo in giro per questo».
Al Genoa lei ha lavorato con Gasperini. Che impressione le ha fatto alla Roma?
«Mi sento di mandare un messaggio ai tifosi della Roma: serve avere pazienza e fiducia in Gasperini. Sono convinto che riuscirà a trovare la giusta amalgama e a compattare il gruppo. I tifosi giallorossi finiranno per essere fieri della propria squadra».
Milanetto e Masiello sono due suoi ex compagni coinvolti in passato in inchieste per calcioscommesse. Lei ha avuto l’impressione che qualche partita non venisse decisa sul campo ma da altri fattori?
«Devo dire con tutta onestà che a volte ho avuto dei dubbi in alcune partite, accompagnati da sensazioni negative. Ho avuto l’impressione che qualche mio compagno stesse facendo qualcosa di brutto contro le loro famiglie, il calcio stesso e il gruppo squadra nel quale vivevamo. Non mi riferisco solo a Milanetto e Masiello, ma anche ad altri compagni che poi hanno fatto una brutta fine. Ricordo che qualcuno ha anche provato a coinvolgermi, ma io mi sono sempre rifiutato. Tutto veniva fatto solo per i soldi, finendo per tradire i tifosi che facevano sacrifici per stare al seguito della propria squadra del cuore. Amo il calcio e sono cresciuto secondo i valori della lealtà e della sincerità, e non avrei mai potuto far del male a questo sport».
A Reggio lei ha lavorato alle dipendenze di Foti. Che rapporto ha avuto con lui?
«Per me è stato un buon presidente, anche se a volte le cose non sono andate proprio per il meglio. Ricordo che a un certo punto si incrinarono i rapporti con il mio agente e lui spingeva affinché lo cambiassi. Io decisi di non farlo e mi ritrovai, in occasione di due ritiri vissuti con la squadra, ad allenarmi da solo».