Prima di una grande partita serve sentirsi forti. Lo ripeteva Lippi nel 2006 e lo ricorda bene Gennaro Gattuso, uno che quella Nazionale l’ha vissuta da protagonista. L’Italia di oggi non è quella di allora, ma lo spirito deve essere lo stesso. Come sottolineato dalla Gazzetta dello Sport, la sfida di questa sera contro la Norvegia va oltre la classifica: è un test psicologico, tecnico e identitario.
La squadra di Solbakken arriva con numeri impressionanti — dodici vittorie nelle ultime quattordici partite — e con un totem come Erling Haaland, capocannoniere delle qualificazioni con 14 gol e 53 reti in 47 presenze. Un avversario devastante, «una caverna piena di mostri» come spiega la Gazzetta dello Sport, da cui l’Italia vuole uscire più forte rispetto agli schiaffi presi a Oslo.
Per Gattuso questo match segna l’inizio del “ciclo 2.0”. Il primo blocco di partite, complicato da classifica, incidenti tecnici e addio a Spalletti, è alle spalle. Ora arriva il test vero. Come riporta la Gazzetta dello Sport, l’Italia ritrova una big e deve misurare il proprio valore reale: non più contro avversari modesti, ma contro una selezione solida, rapida, fisica e letale nelle ripartenze.
Gol, pressing e carattere
Le critiche dopo la Moldova non sono mancate, tra cui alcune fuori luogo che hanno travalicato il confine istituzionale. Ma la Gazzetta dello Sport ricorda un dato fondamentale: questa Italia non molla mai. Cinque partite, cinque vittorie, 18 gol segnati — 14 nel secondo tempo, 7 nell’ultimo quarto d’ora e 4 nei recuperi. Il carattere c’è: ora serve la precisione.
I numeri dicono però che per segnare 18 gol sono serviti 102 tiri: bisogna essere più concreti. Il doppio 9 non si tocca: la coppia è Retegui-Kean, con Esposito terzo titolare a tutti gli effetti. Il nerazzurro, che non ha mai segnato nel “suo” San Siro, vuole prendersi la scena proprio stasera.
Le scelte
Niente 4-2-4: si va verso il 3-5-2. In mezzo Barella, Locatelli e Frattesi; esterni Dimarco e Politano. Senza Tonali, tenuto fuori per evitare un secondo giallo che lo escluderebbe dalla semifinale playoff, la formazione è quasi tipo.
Il dubbio resta dietro: con Di Lorenzo e Bastoni confermati, e Calafiori out, il ballottaggio è tra Mancini e Buongiorno. Una scelta pesantissima, vista la fisicità di Haaland e Sorloth.
È la notte di una nuova Italia, una squadra che deve dimostrare crescita, lucidità e coraggio. E magari restituire qualche colpo, «anche senza interessi», come chiosa con ironia la Gazzetta dello Sport.