Come sottolinea Paolo Vannini sulle colonne del Corriere dello Sport, Filippo Inzaghi ribadisce il suo principio: prima costruire un’anima, poi pensare a traguardi più ambiziosi. Un concetto che, come ricorda ancora Paolo Vannini nel suo approfondimento sul Corriere dello Sport, nasce dalla constatazione che questo «non è ancora il suo Palermo», una squadra che deve crescere mentalmente e in continuità.
In conferenza stampa – raccontata da Paolo Vannini sul Corriere dello Sport – Inzaghi si mette davanti alle critiche esplose dopo le ultime prove: «Pensavo di essere più avanti nel percorso, probabilmente mi sbagliavo. Alle prime difficoltà sono riapparsi gli spettri del passato. Il rimedio? Lavorare di più, creare un’ossatura, ricordarci la fortuna che abbiamo nell’indossare questa maglia».
Il tecnico chiama la squadra alle proprie responsabilità: «La società è esemplare, i tifosi di categoria superiore: tocca a noi, me compreso, essere alla loro altezza. Tenetevi stretta la maglia rosanero». Un messaggio chiaro: serve una svolta immediata, altrimenti a gennaio si valuterà come intervenire sull’organico.
Nessun caso Brunori
Inzaghi chiarisce: «Brunori è il capitano, meritatamente. A Chiavari ho scelto Bani per esperienza, perché voglio leader che ci trascinino. La squadra si allena a 2000 all’ora, nessuna multa: dobbiamo solo rimboccarci le maniche».
Il tecnico ribadisce la sua motivazione: «Sono fiero di aver sposato la causa Palermo. Sento stima e supporto dalla città, ed è una responsabilità che mi galvanizza».
Palumbo nel cuore del gioco
Sul campo, Inzaghi individua la priorità: diventare squadra prima di tutto. «Non vedo un calo fisico, nei secondi tempi siamo sempre cresciuti. Il problema è mentale e pratico: non possiamo fare 17 tiri e centrare due volte la porta. Dobbiamo servire meglio gli attaccanti».
Il tecnico rilancia due uomini:
Palumbo, destinato a entrare sempre più nel cuore del gioco;
Vasic, che grazie alla fiducia ricevuta si è imposto tra i titolari.
L’obiettivo, prima ancora della classifica, è costruire un Palermo solido, continuo e meno fragile. Solo così potrà ripartire davvero.