Nessun rimpianto per Filippo Inzaghi, che dopo la promozione in Serie A con il Pisa ha scelto di restare in Serie B accettando la panchina del Palermo. In un’intervista concessa a Massimo Norrito per la Repubblica, l’allenatore rosanero ha spiegato le ragioni di una decisione coraggiosa: «Assolutamente no, non sono pentito. Ho sempre seguito le mie convinzioni, non la convenienza. Quando ho deciso di venire a Palermo sapevo che avrei lasciato una squadra appena promossa con cui si era fatto qualcosa di unico, ma qui ho sentito da subito qualcosa di profondo. Non ho mai cercato le strade facili: mi piace rimettermi in gioco e vivere l’adrenalina del costruire».
Come evidenzia Norrito su la Repubblica, Inzaghi considera l’esperienza in rosanero una tappa naturale del suo percorso di crescita: «Non mi piace parlare di esperienze “minori”. Ogni squadra mi ha dato fiducia e con ognuna ho condiviso lavoro e passione. Le soddisfazioni arrivano se resti fedele ai tuoi valori».
Il tecnico ha poi affrontato i temi del campionato di Serie A: «Juventus e Milan sono costrette a lottare per lo scudetto, insieme a Napoli, Inter e Roma. Sarà un campionato equilibrato, ma chi ha più voglia vince sempre». Emozionato anche per il debutto in A di Louis Buffon, ex suo portiere a Pisa: «Vederlo esordire è stata una grande emozione. Portare quel cognome non è facile, ma Louis è umile e lavora tanto».
Sull’amico Gattuso, nuovo commissario tecnico della Nazionale, Inzaghi ha le idee chiare: «Rino è una garanzia, è diretto, passionale, autentico. L’Italia aveva bisogno di un condottiero così, capace di trasmettere appartenenza e sacrificio. Sono sicuro che con lui i ragazzi daranno sempre il cento per cento».
Nell’intervista pubblicata da la Repubblica, Superpippo ha parlato anche del fratello Simone, oggi all’estero: «Competizione mai, confronto sempre. Ci sentiamo spesso, ci scambiamo idee e consigli. È uno dei migliori allenatori italiani. Dopo due finali di Champions in tre anni, forse era giusto cambiare».
Infine, una riflessione sul progetto rosanero e sul ruolo del City Football Group: «Ciò che mi ha convinto del Palermo è la coerenza. Qui le promesse vengono mantenute, si lavora con una visione chiara e con rispetto per la storia della città. Le proprietà straniere portano risorse e mentalità, ma senza legame con la gente non costruisci nulla di duraturo. A Palermo c’è tutto per creare qualcosa di grande».