Intervenuto allo Sport Industry Talk di RCS, il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha affrontato una lunga serie di temi centrali per il calcio italiano, tracciando un quadro dell’attualità e anticipando una proposta destinata a far discutere. Dopo mesi di tensioni istituzionali, Gravina ha sottolineato come il rapporto con la Lega Serie A stia vivendo «una nuova fase», anche grazie alla modifica statutaria approvata nel novembre 2024, che ha ampliato l’autonomia della Lega.
«Dopo una stagione piuttosto difficile nei rapporti con la Lega Serie A, credo che le due istituzioni abbiano trovato un metodo nuovo, più partecipato e più illuminato. Oggi ci confrontiamo, c’è maggiore partecipazione. È un passo politico fondamentale», ha dichiarato Gravina, elogiando il dialogo ritrovato con Ezio Simonelli: «Non ci facciamo condizionare dal rapporto personale, ma certamente aiuta a trovare soluzioni condivise».
«La riforma è già partita, ma serve realismo»
Il presidente federale ha ricordato che la riforma del calcio italiano è «già in atto» grazie al piano strategico approvato a marzo 2024, ma ha evidenziato come spesso «si percepisca meno di quanto dica la realtà».
«Stiamo lavorando sulla sostenibilità. C’è molta confusione: si parla di riforma del calcio intendendola solo come riforma dei campionati, quando invece il tema è molto più ampio», ha spiegato.
«Cairo ha ragione: 100 squadre professionistiche sono troppe»
Uno dei punti centrali del suo intervento è stato il numero delle società professionistiche in Italia.
«Lo ripeto da sei anni: per cambiare il numero delle squadre serve il consenso di tutte le componenti, e oggi questo consenso non c’è. Ma è vero: le 100 squadre professionistiche sono troppe, siamo l’unica federazione al mondo con tre livelli professionistici».
Gravina ha poi ricordato che il decreto legislativo 36/2021 permette il passaggio al semiprofessionismo per la Lega Pro, con importanti sgravi fiscali.
«Quello che va affrontato in maniera decisa è il turnover, che è eccessivo e dannoso: in Serie A retrocede il 15-20%, in Serie B il 35%, in C il 20%. È insostenibile. Serve una visione complessiva, non solo numerica.»
Il presidente FIGC ha anticipato una possibile soluzione:
«Probabilmente il 10% di turnover in A, il 20% in B e il 20% in C è un’opzione realistica che unisce buon senso e volontà comune. Entro dicembre presenterò una proposta in tal senso».
«Si gioca troppo, il sistema sta implodendo»
Gravina ha poi espresso preoccupazione per un calendario sempre più fitto, definito «cannibalizzato dalle competizioni internazionali».
«Il mercato ha le sue logiche, ma i calendari europei stanno schiacciando i campionati nazionali. Le nostre società dipendono sempre più dai ricavi UEFA: serve una riflessione profonda sulla mutualità e sul numero delle squadre».