SERIE A

Gravina: «Il calcio italiano non è solo Nazionale, ora investiamo su giovani e stadi»

In Italia siamo tutti vittime del risultato sportivo della Nazionale maggiore: se la squadra perde tutto diventa tragico, anche se la Federazione raggiunge traguardi importanti». Così il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, in un’intervista rilasciata al mensile Fortune Italia.

Il numero uno della Federcalcio ha sottolineato come a livello gestionale «la FIGC registri risultati positivi, con investimenti a 360 gradi: dalle scuole al calcio camminato per anziani, dalle donne ai rifugiati». Gravina ha ricordato la strategia di sostenibilità adottata nel 2023, «prima federazione sportiva italiana a farlo, con 70 obiettivi e 11 policy su ambiente e diritti umani». Nel progetto rientra anche la Divisione paralimpica e sperimentale, «unica al mondo, che oggi coinvolge 4.000 ragazzi con disabilità cognitivo-relazionali».

Sul piano tecnico, Gravina ha ammesso le difficoltà del calcio maschile di vertice: «Il primo problema è il mancato ricambio generazionale, oggi i campioni veri sono pochi e i club preferiscono gli stranieri. Non possiamo imporre l’utilizzo degli italiani, ma dobbiamo riqualificare i vivai. Solo investendo sui giovani torneremo competitivi». Altro nodo è la preparazione: «Troppa tattica, poca tecnica: il risultato è un impoverimento del talento individuale». Non mancano però le note positive: «Siamo campioni d’Europa nel 2021 e la Nazionale femminile sta ottenendo traguardi storici».

Gravina ha poi parlato di EURO 2032, che l’Italia ospiterà insieme alla Turchia: «Siamo indietro sugli stadi. In 15 anni abbiamo costruito o rinnovato solo 6 impianti, contro i 33 della Turchia. EURO 2032 è un’occasione irripetibile, ma servono procedure semplificate e un commissario che acceleri. Senza, rischiamo di perdere questa opportunità».

Infine, un bilancio personale: «Sono orgoglioso di aver mantenuto unito il calcio italiano durante la pandemia ed evitato il collasso del sistema. Vado fiero della riforma dello statuto federale del 2024 che ha rafforzato l’autonomia delle componenti. Non rifarei l’errore di dare fiducia a persone che mi hanno tradito. Mi rammarico di non aver ancora realizzato la riforma dei campionati, che considero centrale per il futuro del nostro calcio. Ma non escludo di intervenire a breve».

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Redazione Ilovepalermocalcio