Giuseppe Di Serio approfitta della sosta per analizzare il momento dello Spezia, soffermandosi su difficoltà, ripartenze e cambi in panchina. L’intervista, raccolta da Città della Spezia, offre un quadro sincero del clima interno.
Sul momento personale, Di Serio racconta: «Quel gol con l’Avellino mi ha un po’ sbloccato. Era soprattutto un aspetto mentale e segnare mi ha liberato. Ora vado in campo più leggero». Come riportato da Città della Spezia, l’attaccante riconosce che l’inizio di stagione «non è stato facile» anche a causa di un ritiro con numerose assenze.
Parlando della finale playoff persa, l’attaccante spiega: «C’era lo scotto della finale dell’anno scorso, qualcosa che ci ha frenato». Un retaggio mentale da cui il gruppo sta cercando di emanciparsi.
Poi il passaggio su Luca D’Angelo, tema centrale della sua intervista a Città della Spezia: «Sono arrivato allo Spezia perché è D’Angelo che mi ha portato qui. Siamo dispiaciuti per com’è andata, ma in campo entriamo noi e i responsabili siamo noi». Ora, però, si guarda avanti: «Non è tempo di pensare al passato. Siamo al 100% con Donadoni».
Di Serio sottolinea anche l’impatto del nuovo allenatore: «Nei primi giorni Donadoni ha lavorato sulla testa. Voleva che andassimo in campo a divertirci». L’attaccante racconta un cambio di ritmo evidente: «Stiamo lavorando molto sull’intensità, abbiamo aumentato parecchio i carichi».
Interessante anche il confronto tra i due allenatori: «Sono simili. D’Angelo era umano, scherzava spesso con noi. E queste cose le sto ritrovando anche in Donadoni».
Sul clima interno, Di Serio rivela: «Ne abbiamo parlato prima dell’Avellino, dobbiamo alzare tutti l’asticella». Una situazione condizionata dagli infortuni già dal ritiro, come ricorda a Città della Spezia: assenti Vignali, Bandinelli, Cassata e molti Primavera a completare i gruppi.
Sulle gerarchie in attacco, l’attaccante chiarisce: «L’addio di Pio non mi ha messo pressione. Ognuno ha la propria carriera». Buone sensazioni anche con i compagni di reparto: «Con Soleri ho giocato bene l’anno scorso, Lapadula lo conosco dai tempi del Benevento».
Guardando alla sfida con il Mantova, Di Serio mantiene l’equilibrio: «Sarà importante, ma il campionato è lungo». Nessun paragone col passato: «Due anni fa arrivai a gennaio e giocai dieci partite: sono due squadre diverse».
Infine, uno spaccato personale: «Non esco molto. Nei giorni liberi torno a casa, a Trento. Preferisco stare in casa».