Non Solo Pallone

Giornale di Sicilia: “Palermo. «La zona rossa che non c’è» Nuovo fronte sulla sicurezza”

La sparatoria avvenuta nella notte in piazza Nascè, dove una donna di 33 anni è rimasta ferita da un colpo di fucile, riaccende paura e indignazione in città. Un episodio ancora tutto da chiarire, ma che si inserisce in un contesto sempre più segnato da risse, accoltellamenti e armi da fuoco, trasformando intere aree della movida in luoghi percepiti come insicuri.

Come ricostruisce Giancarlo Macaluso sul Giornale di Sicilia, a destare ulteriore preoccupazione è il fatto che l’ampia zona compresa tra piazza Nascè, via Quintino Sella e via La Lumia non rientrasse nelle “zone rosse” istituite dopo l’omicidio di Paolo Taormina, il ventenne ucciso lo scorso ottobre davanti alla champagneria. Una misura che, secondo molti, avrebbe solo spostato il problema senza risolverlo.

Stamattina il tema approderà sul tavolo del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, riunito in prefettura. Non è escluso che i controlli rafforzati già attivati nel centro cittadino vengano estesi anche a quest’area. Inevitabile, intanto, il coinvolgimento del sindaco, del prefetto e del governo nazionale nel dibattito pubblico, come evidenzia ancora Macaluso sul Giornale di Sicilia.

Il sindaco Roberto Lagalla ha preso posizione con fermezza: «Non è tollerabile che si esca di casa armati. Che si tratti di un gesto volontario o accidentale, la presenza di armi in strada rappresenta un pericolo inaccettabile per la vita delle persone». Il primo cittadino ha espresso anche vicinanza alla donna ferita e alla sua famiglia.

Giornale di Sicilia: “Palermo. Spara e poi chiede scusa Caccia al nuovo pistolero”

Dal fronte politico arrivano però critiche durissime. Il coportavoce regionale di Europa Verde, Fabio Giambone, punta il dito contro i partiti di maggioranza: «Fa impressione l’inerzia della destra. Pochissimi investimenti nelle forze dell’ordine, nessuna iniziativa per i giovani, nessun intervento nei quartieri più disagiati».

Ancora più netto il vicepresidente di Italia Viva, Davide Faraone: «Con Giorgia Meloni al governo le strade italiane ricordano sempre più il Far West. Nella legge di Bilancio non c’è un euro per la sicurezza». Toni severi anche da Concetta Amella, consigliera comunale, che definisce le zone rosse «un’operazione di pura propaganda, del tutto inefficace», arrivando a chiedere «le dimissioni del prefetto» di fronte a quello che definisce «un fallimento evidente».

Secondo quanto riporta Giancarlo Macaluso sul Giornale di Sicilia, Carmelo Miceli (Progetto Civico Italia) spinge ancora oltre, invocando nuovi “Vespri siciliani”: «È diventato normale uscire con pistole e coltelli in macchina. Il sindaco non può continuare a dire che “siamo nella media”. Smetta di minimizzare e chieda l’invio di poliziotti e militari».

Attacchi respinti al mittente da Lagalla, che parla di «strumentalizzazioni vergognose» e invita a «responsabilità, sobrietà e rispetto per le persone coinvolte», sottolineando come l’uso politico di fatti di cronaca non contribuisca a migliorare la sicurezza.

Ma le crepe emergono anche all’interno della maggioranza. Il consigliere comunale di centrodestra Ottavio Zacco, dello stesso gruppo del sindaco, riconosce la gravità del quadro: «Le zone rosse hanno solo spostato i soggetti violenti di pochi metri, lasciando scoperte le strade adiacenti. Serve un cambio netto di strategia, fino a valutare l’impiego strutturale dell’esercito a supporto delle forze dell’ordine e una guida prefettizia autorevole».

Il filo conduttore resta uno solo, come conclude il Giornale di Sicilia: la paura crescente dei cittadini, che si sentono sempre più esposti e insicuri in una città dove la violenza notturna sembra non conoscere confini.

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Redazione Ilovepalermocalcio