L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” approfondisce le dinamiche che hanno spedito il Palermo in Serie C. Il Tribunale federale nazionale ha accolto le richieste della Procura, relegando il club rosanero all’ultimo posto in classifica. Due anni di inibizione per Giammarva e per Morosi, mentre Zamparini si salva per un vizio procedurale. Deferimento inammissibile per l’imprenditore friulano, ma i pm della FIGC presentano ricorso. Il club ricorrerà in appello e il secondo grado di giudizio sarà atteso in una decina di giorni. La difesa ha giocato sulla riapertura di un caso archiviato lo scorso 21 dicembre, senza che si siano verificati fatti nuovi. Una fattispecie prevista dall’articolo 32 ter comma 5 del codice di giustizia sportiva, non ravvisata dal collegio presieduto da Cesare Mastrocola. Per il Tribunale «tale evento, il cui mancato riscontro autorizzativo aveva di fatto reso impossibile l’espletamento delle indagini del precedente procedimento, rappresenta sicuramente una circostanza rilevante che legittima la riapertura delle indagini». Contestazione infondata così come la presunta incongruenza della documentazione acquisita dalla Procura federale al difetto di giurisdizione che, nel caso del Palermo, non è ammissibile perché il procedimento ha come oggetto «la violazione di specifiche norme di natura amministrativo-gestionale» e dunque non necessita del passaggio al Tar. Respinta anche la richiesta di sospensione «in attesa della definizione del procedimento penale» che il prossimo 2 luglio vedrà Zamparini a processo, col Tribunale che richiama «la piena indipendenza dell’azione disciplinare sportiva» sancita dal Coni. Il deferimento a carico dell’imprenditore friulano non è ammissibile «per il mancato rispetto dei termini che devono intercorrere fra la notifica della comunicazione di conclusione indagini ed il deferimento». L’avviso «è stato ricevuto da Zamparini in data 29 aprile 2019, in palese violazione dei termini». Nel merito delle accuse, secondo cui il Palermo avrebbe falsato quattro bilanci per iscriversi ai campionati 2015/16, 2016/17 e 2017/18, il collegio evidenzia come Zamparini, Morosi e Giammarva abbiano «ripetutamente perpetrato gli illeciti contestati», come confermato inoltre «dalla notevole mole di intercettazioni». La difesa, basata sulla relazione dei periti nominati un anno e mezzo fa dal Tribunale di Palermo nel rigetto dell’istanza di fallimento ha formulato eccezioni «attentamente valutate e sconfessate ovvero, quantomeno inquadrate nel solo contesto prettamente civilistico, dai giudici della cautela in ben tre gradi di giudizio». Per la vicenda Mepal-Alyssa, i pm si avvalgono di «numerosissime conversazioni intercettate nel corso del quale lo Zamparini ha chiaramente confessato il vero scopo dell’operazione». In seguito «è emerso che Zamparini abbia proceduto a postergare i tempi di pagamento del debito, a predisporre garanzie pignoratizie e fideiussorie di dubbia esperibilità». Il Tribunale federale nazionale ha considerato «sufficientemente provate le responsabilità dei deferiti, nonché della società» in una vicenda che pone in evidenza «il compimento di una sistematica attività volta ad eludere i principi di sana gestione finanziaria», nella quale i deferiti «hanno inevitabilmente fornito false informazioni alla Covisoc». La Covisoc per tre anni di fila ha permesso l’iscrizione del Palermo, ma secondo il Tfn, «non sarebbe stata posta nelle condizioni di esercitare correttamente le proprie prerogative».