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Giornale di Sicilia: “Il video con Totò Riina e le collane d’oro: il profilo social e i legami criminali di Gaetano Maranzano, l’assassino di Paolo Taormina”

Un’ora dopo aver ucciso Paolo Taormina, nel cuore della movida palermitana, Gaetano Maranzano si è ripreso a casa, pubblicando su TikTok un video che oggi suona come un macabro presagio. Come racconta Virgilio Fagone sul Giornale di Sicilia, il ventottenne, con barba lunga e catene d’oro al collo, fissava l’obiettivo mentre in sottofondo si sentiva un dialogo tratto dalla fiction Il capo dei capi, tra un giovane Totò Riina e un poliziotto:
«Tu mi arresti? E per che cosa?»
«Per l’omicidio di Michele Navarra».
«Pace all’anima sua».

Dietro di lui, le foto della figlia di pochi mesi, ritratta in un’altra immagine mentre indossa le collane del padre e tiene in mano un ciondolo a forma di pistola d’oro. Dopo la diffusione della notizia del fermo, il video ha superato quarantamila visualizzazioni, suscitando centinaia di commenti carichi di rabbia e indignazione.

Il cognome pesante dei Maranzano allo Zen
Maranzano, noto alle forze dell’ordine per risse e droga, era già destinatario di un avviso orale. Il suo cognome, però, pesa nel quartiere Zen. Il padre, Vincenzo Maranzano, detto Gnu Gnu, sta scontando una pena di 12 anni e 5 mesi per il tentato omicidio dei fratelli Colombo, feriti nel 2021 in un agguato legato al controllo dello spaccio. Condannati insieme a lui anche i fratelli Letterio e Pietro.

Come riporta il Giornale di Sicilia, nel 2020 Maranzano senior era stato assolto dall’accusa di tentato omicidio del ras della droga Kemais Lausgi e, l’anno prima, dall’imputazione di associazione mafiosa nel processo Talea, che aveva coinvolto i clan di Resuttana e San Lorenzo.

Una famiglia segnata da violenza e armi
Nella rete familiare spicca anche Angelo Maranzano, 21 anni, ex pugile dilettante della nazionale giovanile, oggi in carcere per il tentato omicidio di un buttafuori davanti alla discoteca Country di Mondello. Le sue foto sui social ritraggono volti di personaggi rimasti vittime di regolamenti di conti: da Lino Celesia, ucciso nel 2022 in discoteca, a Giacomo Lupo, assassinato con il padre nel 2019, fino a Emanuele Burgio, figlio del cassiere del mandamento di Porta Nuova, freddato nel 2021 alla Vucciria.

Tra le amicizie più strette di Gaetano Maranzano figura anche Rosario Piazza, che sui social gli ha espresso solidarietà dopo l’arresto. Piazza è ritratto in una foto insieme a Mattias Conti, uno dei giovani accusati della strage di Monreale, accompagnata da un messaggio eloquente: «Fratello mio, un presto ritorno a casa. La strada è lunga ma noi siamo sempre qua. Ti aspetto».

Faide e affari allo Zen
Il quartiere è da mesi al centro di una guerra sotterranea tra i clan Maranzano e Ferrara, in lotta per il controllo di attività e territorio. Secondo quanto riferisce il Giornale di Sicilia, le tensioni avrebbero generato una serie di intimidazioni e attentati contro negozi e centri scommesse riconducibili ai Ferrara. L’arresto di un diciottenne accusato dell’accoltellamento di Ignazio Ferrante, lo scorso marzo, sarebbe l’ultimo capitolo di una faida alimentata da un debito di droga da 200 mila euro.

La città che continua come nulla fosse
Intanto, nella zona del delitto — tra la Champagneria e via Spinuzza — la movida è ripartita come se nulla fosse. Locali aperti, luci accese, tavolini pieni. L’unico segno visibile del massacro: sette mazzi di fiori e il nastro bianco e rosso che delimita il sequestro del pub O Scrusciu.

Nessuna iniziativa di solidarietà da parte dei locali vicini, mentre il Teatro Massimo e il Teatro Biondo, come riferisce ancora Fagone sul Giornale di Sicilia, hanno deciso di sospendere le loro attività in segno di lutto. «Rinnoviamo il nostro impegno — si legge nella nota congiunta — a promuovere, attraverso la cultura e l’arte, i valori del rispetto, della convivenza civile e della non violenza».

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Redazione Ilovepalermocalcio