Come spiega Fabio Licari nella sua analisi sulla Gazzetta dello Sport, la strada dell’Italia verso il Mondiale 2026 passa ancora una volta per un bivio decisivo. Gli azzurri, secondi nel girone dietro la Norvegia, rischiano di finire di nuovo ai playoff, come già accaduto — tragicamente — nel 2017 e nel 2022. «Il confine tra apocalisse e apoteosi è ancora una volta a marzo», scrive Licari, ricordando come il sistema di qualificazione renda tutto incerto fino all’ultimo minuto.
Per qualificarsi direttamente, sottolinea la Gazzetta dello Sport, l’Italia dovrà vincere giovedì a Chisinau contro la Moldova e poi domenica a San Siro contro la Norvegia, sperando che Haaland e compagni rallentino con l’Estonia. Solo in quel caso, la sfida diretta potrà valere il sorpasso. In caso contrario, con la differenza reti sfavorevole, l’Italia sarà condannata ai playoff.
Il regolamento, ricorda Fabio Licari, prevede 12 qualificate dirette (le vincitrici dei gruppi) e 4 ulteriori posti assegnati tramite spareggi che coinvolgeranno le 12 seconde e 4 migliori squadre di Nations League. Il sorteggio dei playoff si terrà il 20 novembre a Zurigo, e l’Italia, in virtù del ranking FIFA, sarà in prima fascia, insieme a Turchia, Ucraina e Polonia.
Tuttavia, le insidie restano dietro l’angolo. Nella quarta fascia, riservata alle squadre “ripescate” dalla Nations, ci sarà quasi sicuramente la Svezia, il peggior avversario possibile. «È l’unica già certa della partecipazione e rappresenta il pericolo più grande», avverte la Gazzetta dello Sport. Possibili rivali anche Romania, Nord Irlanda, Moldova e perfino la Macedonia del Nord, squadra che ha già estromesso gli azzurri dal Mondiale in Qatar.
Le semifinali playoff si giocheranno il 26 marzo (in casa per le squadre di prima fascia), mentre le finali decisive per i quattro posti rimanenti sono in programma il 31 marzo. La sede, specifica Licari, sarà stabilita da sorteggio e non dal ranking.
Un dettaglio che alimenta i brividi azzurri: «Svezia e Macedonia rischiano di esserci, con loro abbiamo perso gli ultimi due playoff». Corsi e ricorsi che l’Italia — scrive ancora Fabio Licari — «avrebbe fatto volentieri a meno di rivivere».