Il vice capitano del Palermo Andrea Rispoli, nella giornata di ieri, è stato in visita al carcere minorile “Malaspina” di Palermo. L’edizione di oggi de “La Gazzetta dello Sport” racconta quanto successo con l’intervento dell’esterno rosanero e del pm Teresi: “Sbagliare e rialzarsi. Perdere una partita e avere l’opportunità di rifarsi in quella successiva. Succede nel calcio, è una questione di testa, basta volerlo. Ma il messaggio è applicabile anche come metafora fuori da uno stadio ed entrando, magari, dentro le mura di un carcere minorile. Lì, dove ci sono giovani cresciuti troppo in fretta. Giovani vite imbattutesi in fatti o situazioni più grandi di loro e che adesso intraprendono un percorso di riabilitazione. Cioè un percorso che, una volta liberi, li porti a un riscatto nella società e al primo obiettivo di non ripetere più gli stessi errori.
UNA SECONDA CHANCE «Perché nessuno è perfetto e tutti possono sbagliare, ma è giusto dare a chiunque, soprattutto ai ragazzi, una seconda chance, a patto che si comprenda di aver sbagliato, in modo da non cascarci più», ha affermato Andrea Rispoli, il vicecapitano del Palermo che ieri mattina ha fatto visita al carcere minorile Malaspina, incontrando alcuni giovani detenuti. Il direttore Michelangelo Capitano ha aperto le porte del penitenziario all’esterno rosanero nell’incontro organizzato dal consigliere comunale Marcello Susinno e dal consigliere di circoscrizione Antonio Nicolao, al quale ha partecipato anche il magistrato Vittorio Teresi, uno dei pm del processo sulla Trattativa Stato-mafia.
UN RIGORE PER LA LEGALITÀ Prima di incontrare i ragazzi, proprio il sostituto procuratore e Rispoli sono stati protagonisti nel campetto del carcere. Il giocatore rosanero ha battuto un rigore e il magistrato in porta a tentare, senza riuscirci, di pararlo. Ma poco contava. Era più importante quello che deve rappresentare quel gesto: un gol come riscatto nella vita. Teresi, grande tifoso del Palermo ha scambiato anche qualche battuta sul torneo dei rosanero con Rispoli, che si limitato a dire: “Oggi come oggi siamo in Serie A».
IL DIBATTITO Dal campo i due protagonisti si sono poi spostati all’interno del teatro del Malaspina, dove hanno incontrato alcuni detenuti e gli studenti della scuola Crispi, rispondendo alle domande. Lo sport e il calcio sono stati al centro della giornata di ieri, come veicolo di legalità. «Ma come riuscire a prendere ad esempio il calcio, quando si sente parlare di partite truccate?», ha obiettato uno dei ragazzi detenuti. A questa domanda ha risposto il Pm Teresi: «Nello sport come nella giustizia e in altri ambiti esistono sacche di illegalità. Sta a noi scoprire i singoli casi che non devono rovinare contesti che nascono sani. Ma lo sport deve essere preso come esempio di vita: è una delle componenti che contribuisce a creare una mentalità contraria alla criminalità organizzata, perché alla base c’è il rispetto dei ruoli e delle regole». Rispoli, invece, ha risposto a chi gli ha chiesto del rapporto attuale dei calciatori del Palermo con la tifoseria rosanero. «Capisco che, dopo anni ai vertici, fa male ai tifosi vederci lottare per la salvezza o per la promozione dalla B. Ma – spiega l’esterno – l’obiettivo è riconquistarli e vogliamo cominciare dalla risalita in A. Ecco, l’importante è essere sempre consapevoli di aver dato il massimo e questo è un consiglio che voglio dare a chi da una struttura come questa sta cercando un riscatto»“.