Gazzetta dello Sport: “Grandi nomi grande B. Zamparini e Foschi…”

L’edizione odierna de la “Gazzetta dello Sport” parla dei presidenti, degli allenatori, dei calciatori e dei dirigenti del campionato cadetto e in particolare di alcune  loro caratteristiche che ormai sono conosciuti da tutti:

“Proprietari Se uno decide di cambiare Vecchi, prende solo il più bravo o guarda anche la «comunicabilità»? Joe da New York ne ha fatto un credo. Tra i presidenti/proprietari più caratterizzanti c’è Tacopina, Venezia. Spontaneo, istrione, mooolto americano: che si vinca o si perda, facciamo show ( sì, certo, meglio se si vince…). Ecco un uomo che può rompere certe ingessature italiane. Un altro è Maurizio Setti, Hellas: genuino, intraprendente, a volte difficile da gestire. Ma ha ridato spinta al Verona— con gli uomini giusti al posto giusto— e a Verona (avete presente la questione stadio?).

LA BUSSOLA Se pensi al potere oggi ti viene in mente Claudio Lotito, cui fa capo la Salernitana: la linea politica degli anni recenti, per l’intero calcio italiano, è stata influenzata da questo imprenditore romano che nel 2004 resuscitò la Lazio —anzi la portò «dal funerale al coma…», come disse —allargando via via il suo raggio d’azione, fino a divenire sponsor principale di Carlo Tavecchio in Figc. L’empatia è altra cosa, ma che si sia calato nell’ambiente alla perfezione, difficile negarlo. FULMINI E SAETTE Diritti tv, paracadute, pausa ­nazionali in B: non c’è «battaglia» senza Maurizio Zamparini. Il «signor» Palermo però ha anche il merito —insieme a collaboratori di grande nome, da Foschi a Sabatini — di aver portato in Italia talenti assoluti come Cavani o Pastore. E Gabriele Volpi? Beh, lui resta in seconda fila, petroliere che ha riportato lo Spezia ai piani alti del calcio. Oculato è oculato, in effetti, perché se decidesse di fare l’upgrade agli investimenti, chissà che Spezia…

Allenatori Allenatori per tutti i gusti. Prendi Alessandro Nesta, panchina Perugia: per tutto quello che ha rappresentato, da giocatore, per lo stile, per la classe, per la sfortuna — sic — che in Nazionale l’ha perseguitato persino nella leggendaria spedizione Mondiale del 2006; dai ti viene spontaneo dargli credito, dargli fiducia, anche se la partenza a Perugia è stata a singhiozzo. Ma Nesta—la cui preparazione ovviamente non è in discussione—è un faro vivente acceso sulla B: perché un Paese intero si augura ottenga buoni risultati.

TATTICA Ok, voglio vedere bel calcio,anzi mi voglio proprio divertire: che faccio? Punta su Bucchi, amico, scegli il Benevento. Gioco veloce, tanti gol —da una parte e dell’altra eh… — sfruttamento delle fasce. E se mi piace l’attacco raffinato? Vediamo, vediamo, in questa B c’è l’imbarazzo della scelta: Fabio Grosso in un anno di Bari (da esordiente) si è guadagnato la panchina dell’Hellas, alias la potenza del campionato; Pasquale Marino ai tifosi dello Spezia il giorno della presentazione non promise la promozione in A ma «inseguimento ai sogni e il divertimento».

AGLI OPPOSTI In attesa di vedere il suo Venezia all’opera nel crash test con il Verona di domenica, siamo certi che Walter Zenga ci farà divertire: avete mai letto battute più sottili da un allenatore? Ammettetelo, di rado. All’opposto Fabrizio Castori, che di miracoli a Carpi se ne intende: austero, speculativo, motivatore, stratega; insomma, se in Serie B ci fosse una cattedra, a chi la dareste?

Giocatori Va bene il gioco, la tattica, le strategie. Poi tiri in porta, costruisci trenta azioni pericolose e perdi, per dire, 1­0. E sì perché conta buttarla dentro. Ehi, qualcuno ha detto gol?Ah sì, Pazzini e Donnarumma.

DA CARTOON L’attaccante del Verona fa gol da quindici anni a ogni latitudine e con ogni maglia (otto, compresa la Nazionale, l’Inter e il Milan, tanto per gradire); se segna con continuità sposta gli equilibri, «influenza», non c’è discussione. Un altro che sa influenzare il campionato di B—leggasi alla voce Empoli 2017-­18—è Alfredo Donnarumma, colpo di mercato del Brescia. Più giovane di Pazzini (27 anni contro 34), con cui condivide l’esultanza stilosa: ormai arcinota quella del Pazzo (dita sugli occhi,tipo «mi hai visto?»), versione «supersayan» quella del bresciano, che alla Gazzetta ha di recente confessato di essere stato da ragazzino un fan dei fumetti Dragonball. Per Pazzini hanno creato una maschera a Valencia, Donnarumma cita un fumetto: insomma, attaccanti supereroi.

ESPERTI E NO Che ci fa un tedesco a Foggia? Beh ci gioca, e bene. Chiedete ai tifosi di Oliver Kragl, cresciuto nel Wolfsburg, arrivato in Italia un paio di anni fa e approdato in rossonero l’estate scorsa. Mancino preciso ed efficace, già tre gol in sette partite di campionato. A Lecce abbiamo esperti e rampanti, perché Liverani può contare sulle idee (e i gol, 4) di Marco Mancosu, anni 30, oltre ai 4 gol di Simone Palombi, anni 22. A proposito di giovani: a Brescia il 18 enne Sandro Tonali promette di diventare l’influencer più giovane del torneo. Ne riparliamo.

Dirigenti Come The Dark Side of The Moon (Pink Floyd) senza Alan Parsons, o Creuzade mä (De Andrè) senza Mauro Pagani. Non esiste un grande album senza un grande arrangiatore ­ingegnere. Così non esistono progetti efficaci — vincenti non nel senso stretto dei risultati ma nel senso di centrare la propria mission (promozione, salvezza, consolidamento) — senza grandi dirigenti.

IL MASSIMO Prendiamo il Cittadella, una delle realtà col miglior rapporto scenario sociale (parliamo di un paese con poco più di ventimila abitanti) ­risultati: Stefano Marchetti ne è direttore sportivo/generale da quasi quindici anni. Ex attaccante, padovano, decide con la proprietà, la famiglia Gabrielli, attento a fare i passi giusti, fiutando i talenti — Iunco, Meggiorini, Ardemagni tra i lanciati/rilanciati — e schivando follie. Questo è quello che hai, fallo rendere al massimo. Facile, no, Marchetti? Un altro «ottimizzatore» è Mauro Meluso, ex calciatore in A con Lazio e Cremonese, da due anni architetto della ricostruzione del Lecce.

SANTONI Guido Angelozzi e Rino Foschi sono santoni, totem della scrivania. Sanno come muoversi e quali relazioni sfruttare. Prendete Angelozzi: volendo «ignorare» la carriera da calciatore (centrocampista in B e C Settanta/Ottanta), lavora come dirigente da 25 anni tra A, B e C. E Rino Foschi? È l’uomo che ha costruito il primo grande Palermo di Zamparini, che ha lanciato Toni e Barzagli, che ha fiutato l’affare Kjaer. E nella tempesta Zamparini — tra loro rapporti altalenanti negli anni—chi ha richiamato al Palermo secondo voi?”

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Redazione Ilovepalermocalcio