Un rigore calciato con il crociato rotto. È l’immagine più potente — e amara — raccontata da Matteo Brega sulla Gazzetta dello Sport, a proposito dell’infortunio che ha messo fine alla stagione di Mattia Felici. L’ex Palermo, oggi al Cagliari, ha giocato gli ultimi minuti della sfida di Coppa Italia contro il Napoli con il legamento crociato anteriore e il menisco mediale del ginocchio sinistro già lesionati. Lo si è scoperto soltanto dopo. Prima, è rimasta impressa la traversa colpita dal dischetto.
Secondo quanto ricostruito da Brega sulla Gazzetta dello Sport, Felici si era fatto male poco prima, rientrando in difesa per chiudere una diagonale nella propria area su David Neres. Una zona di campo non proprio consueta per lui, esterno votato alla spinta. Un gesto di sacrificio che rende ancora più significativo il quadro dell’infortunio.
Ieri l’operazione a Villa Stuart, eseguita dal professor Pier Paolo Mariani, è perfettamente riuscita: lo ha confermato il comunicato del Cagliari, che ha parlato di “ricostruzione del crociato anteriore” e “sutura del menisco mediale”. Sempre la Gazzetta dello Sport, attraverso la firma di Matteo Brega, ricorda come Felici abbia dimostrato dedizione totale: si è fatto male difendendo, è rimasto in campo zoppicante e ha voluto ugualmente calciare il rigore.
Il Cagliari lo ha salutato sui social («Forza Matti, ti aspettiamo più forte di prima») e Felici ha risposto: «Grazie a società, squadra e tifosi. Ci vediamo presto». Ma il verdetto è chiaro: stagione finita. Un colpo pesante per Fabio Pisacane, già alle prese — come sottolinea ancora Brega sulla Gazzetta dello Sport — con una lunga lista di infortuni gravi, a partire da quello di Belotti a settembre.
Felici, con tre gol stagionali, era diventato una risorsa preziosa grazie alla sua crescita costante e alla capacità di dare equilibrio e rapidità sulle fasce, alternandosi con Palestra. Ora il tecnico dovrà reinventare le soluzioni offensive, in un gruppo che aveva trovato nuove risorse con Borrelli ed Esposito.
L’ex Palermo resterà fuori a lungo. Ma la sua prova di coraggio resterà impressa, come scrive Brega sulla Gazzetta dello Sport, ben oltre l’errore dal dischetto.