Fabio Caressa: «Italia liquefatta nella ripresa. Il vero problema è emotivo»

A margine della presentazione del Gran Galà del Calcio AIC 2025, il giornalista di Sky Sport Fabio Caressa ha analizzato senza giri di parole la pesante sconfitta dell’Italia contro la Norvegia. Intervistato dai media presenti, tra cui TMW, il telecronista ha messo in luce soprattutto l’aspetto psicologico.

«C’era da aspettarsi una sconfitta brutta dell’Italia e altri tre gol di scarto contro la Norvegia? No, soprattutto dopo il primo tempo. Ma la squadra si è liquefatta nella ripresa», ha esordito Caressa.

«Questo è l’elemento più preoccupante: è evidentemente una squadra non a posto emotivamente. Credo ci siano alcune cose che vadano sistemate entro marzo. Non sono sicuro che cambiare modulo da una gara all’altra possa aiutarli. Anzi, credo di no: bisogna partire con le idee chiare».

Su Gattuso

Caressa ha difeso il commissario tecnico, invitando a restare coerenti con il percorso intrapreso.

«Bisogna fare delle scelte, anche dolorose, ma precise rispetto a ciò che dice il campionato. Lo dico sempre, anche se sono troppo di parte per esprimere un giudizio: ma lo è per molti di noi. Siamo un po’ di parte per Rino e gli auguriamo che possa fare grandi cose».

«Sono convinto che possa farcela, a patto che si tranquillizzi. Anche lui deve essere consapevole delle sue capacità, portando con serenità la Nazionale ai playoff».

Il rischio maggiore in vista degli spareggi

Alla domanda su quale sia il pericolo più evidente per l’Italia, Caressa ha risposto con franchezza:

«È mancata una certa tranquillità, quella che arriva dalla convinzione nei propri mezzi. Questa non è una squadra scarsa, ma non ha dei picchi e può fare sicuramente bene. Con la Moldova siamo partiti bene e nei primi dieci minuti non abbiamo fatto gol: ci siamo spaventati e liquefatti. Con la Norvegia è successo all’andata e al ritorno. Prima di tutto, questo elemento va messo a posto».

Cosa serve per uscire dalla crisi

Secondo Caressa, non basta intervenire sul piano mentale.

«Serve una squadra più fisica. Non del tutto, ma serve. Bisogna ripartire dalle due punte vicine, perché è la cosa che funziona meglio. Con la difesa a tre e gli esterni a tutta fascia si rischia troppo in certe occasioni».

«Serve una squadra più corta e verticale: il possesso palla, oggi, non lo fa più nessuno. Ho sempre pensato fosse inutile: non perché lo dico io, ma per le statistiche. Da possesso palla si segna l’1% dei gol in meno. Se riconquisti palla avanti si sale al 43%. Numeri che non sono un’opinione».

Italia inferiore ad altre Nazionali?

Sulla differenza di valori, Caressa ha riconosciuto la superiorità di diverse big.

«L’Italia è sicuramente inferiore ad alcune nazionali: Francia, Spagna, probabilmente Portogallo e Inghilterra. Anche se quando sei al Mondiale te la devi giocare e sono cose diverse».

«Credo anche nel Brasile, vedrete che con Ancelotti farà grandi cose. L’Argentina è molto forte. Ma la Germania non è poi così forte rispetto all’Italia. Il nostro livello, escluse queste, è sotto».

«Siamo noni nel ranking, questo qualcosa vorrà dire. Non andiamo al Mondiale da due edizioni: c’è qualcosa di dissonante. Se avessimo segnato un gol in più della Francia magari arrivavamo in finale di Nations League. Non ci dobbiamo convincere di essere al livello delle squadre più basse».

E se ai playoff ci fosse la Svezia?

Caressa non ha dubbi sulle avversarie da evitare.

«Vorrei evitare le squadre con le punte forti. Non credo ai precedenti storici, ma bisogna essere attenti in questi casi. Però sullo scontro diretto, soprattutto se vai a giocare lì, meglio non trovare punte forti. Quello può mettere in difficoltà la partita, e le punte forti le abbiamo noi».

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Redazione Ilovepalermocalcio