«Cesena–Palermo sarà una partita equilibrata: il Cesena ha entusiasmo, il Palermo di Inzaghi sa ripartire velocemente. Prevedo una gara tirata». Questa l’opinione ai microfoni di Ilovepalermocalcio.com di Adrian Mutu, ex calciatore protagonista in passato con diverse squadre in Italia, tra le quali anche il Cesena, prossima avversaria dei rosanero.
L’ultima sua squadra italiana è stata il Cesena. Cosa conserva di quella esperienza?
«A Cesena ho trovato una città che vive di calcio e un gruppo unito: porto con me ricordi umani bellissimi».
Dopo un gol realizzato contro il Palermo, quando giocava alla Fiorentina, venne criticato per non essersi fermato con Guana a terra. Come andarono le cose?
«Non mi ero reso conto subito della situazione di Guana. Rivedendo l’azione mi è dispiaciuto: a volte l’adrenalina ti fa perdere dei dettagli».
Quando era all’Ajaccio, nel gennaio del 2013, la cercò il Palermo di Lo Monaco e Zamparini. Le sarebbe piaciuto vestire la maglia rosanero?
«Sì, c’era stato un contatto. Palermo è una piazza calorosa e mi sarebbe piaciuto, ma nel calcio contano tempi e incastri».
La Juventus di Tudor è partita bene: secondo posto con dieci punti, a due sole lunghezze dal Napoli capolista. Possono i bianconeri essere l’antagonista del Napoli nella lotta scudetto?
«La Juve ha iniziato con la mentalità giusta. Tudor ha dato ordine e aggressività: se mantiene questo ritmo, può davvero lottare con il Napoli fino alla fine».
Nei bianconeri David e Openda ancora non brillano, mentre Vlahovic – fuori dal progetto in estate – è l’unico a incidere. Cosa pensa del reparto attaccanti della squadra di Tudor?
«David e Openda hanno bisogno di tempo per adattarsi alla Serie A. Vlahovic, nonostante le voci estive, sta dimostrando grande carattere: l’attacco ha qualità e crescerà».
Lei alla Juventus rimase per una sola stagione. Le ha fatto male vedere revocato lo scudetto conquistato sul campo per via di Calciopoli?
«Quello scudetto l’avevamo conquistato sul campo. Vederlo revocare è stato doloroso, ma le emozioni di quella stagione restano dentro di me».
Al Parma ha giocato con Adriano. Di recente ha parlato della depressione che lo ha colpito influenzando la sua carriera. Cosa ha provato nel leggere la sofferenza provata dal suo ex compagno di squadra?
«Adriano era un talento unico. Leggere delle sue difficoltà mi ha colpito molto: dietro il campione c’è sempre una persona con le proprie fragilità».
È preoccupato da questo inizio a rilento della Fiorentina?
«Insomma, qualche campanello d’allarme c’è, ma è presto per parlare di crisi o sfiducia totale. Continuare a supportare il progetto, valutando magari a gennaio se servono rinforzi, mi sembra la via più razionale».
Che idea si è fatto del lavoro di Chivu all’Inter?
«Chivu sta facendo un ottimo lavoro: squadra compatta, idee moderne, pressing alto. Mi piace la sua Inter».
Lei ha lavorato con allenatori importanti come Malesani, Prandelli e Capello. Si ispira a qualcuno di loro?
«Da Malesani ho preso l’intensità, da Capello la disciplina, da Prandelli la sensibilità verso i giocatori. Cerco di unire questi aspetti alla mia personalità da allenatore».