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Esclusiva Dall’Oglio: «Palermo meriterebbe la Champions League. Brunori ieri non l’avrei sostituito»

«Brunori, se devo essere sincero, io ieri non l’avrei cambiato. Matteo è un ragazzo che conosco benissimo e deve sentire la fiducia. Non che non la senta, ma se bisogna essere obiettivi io ieri non l’avrei sostituito, assolutamente. Anche perché è stato l’unico che nel primo tempo ha toccato qualche pallone. Pohjanpalo, che è un grandissimo giocatore, ieri non gli ho visto fare due passaggi».

Questo un estratto dell’intervista ai microfoni di Ilovepalermocalcio.com di Jacopo Dall’Oglio, protagonista della cavalcata playoff dei rosanero della stagione 2021/22, che portò la formazione di Silvio Baldini alla promozione in Serie B.

Ieri sera eri allo stadio a vedere la partita tra Palermo e Venezia, che idea ti sei fatto del match?
«Sicuramente due squadre forti. Dal Venezia non mi aspettavo questo impatto, è una squadra da Serie A. Il Palermo nel primo tempo è andato meglio rispetto al secondo, in cui i rosa sono calati un pochino. Tutto sommato è stata una gara equilibrata, tranne verso la fine quando il Venezia ha preso il sopravvento, rischiando anche di fare gol».

Che ne pensi del Palermo di questa stagione?
«È una squadra costruita per salire in Serie A, io faccio il tifo per loro. È stata una grandissima emozione rivedere tutta quella gente, mi ha ricordato la partita contro il Padova. Ho visto tutte le persone che lavorano per il Palermo ed è impressionante».

Ieri il Barbera ospitava più di 30.000 spettatori, quest’atmosfera ti ha ricordato i playoff dell’anno della promozione in B?
«Sì, un’emozione indescrivibile, avevo i brividi. L’ultima volta che ero stato a Palermo è stato il giorno della finale, il 12 giugno».

Quell’anno l’allenatore del Palermo era Baldini, cosa è cambiato dopo il suo arrivo e cosa è riuscito a trasmettervi?
«Mister Baldini ti entra dentro. Al di là dell’aspetto tecnico-tattico, riesce a farti tirare fuori quella grinta che magari hai nascosta. Lui oltre a essere un allenatore è una grandissima persona, ci ha trasmesso tanta carica. Poi, quando i risultati sono positivi si crea una magia, come diceva lui».

L’unico di quella stagione che è ancora in rosanero è Brunori, che in quel campionato mise a segno 29 gol. So che voi siete amici, che ne pensi di questo suo periodo in cui sta faticando a trovare il gol?
«Se devo essere sincero, io ieri non l’avrei cambiato. Matteo è un ragazzo che conosco benissimo e deve sentire la fiducia. Non che non la senta, ma se bisogna essere obiettivi io ieri non l’avrei sostituito, assolutamente. Anche perché è stato l’unico che nel primo tempo ha toccato qualche pallone. Pohjanpalo, che è un grandissimo giocatore, ieri non gli ho visto fare due passaggi, ma non gli sono arrivati molti palloni. Lui sicuramente ha tanta esperienza, ma, non per esser di parte, io Matteo non l’avrei sostituito assolutamente».

Hai un aneddoto da raccontare di quella stagione?
«Oltre a essere dei professionisti, noi ci siamo creati una famiglia. Andavamo a cena tutti insieme, siamo saliti a Santa Rosalia, si era creata una famiglia. Anche le compagne tra di loro, c’era un’alchimia veramente importante. Poi, la magia che ha saputo creare il Barbera ci dava una carica al di fuori del normale. Palermo non merita di stare in Serie B, ma in Champions League, è una cosa veramente impressionante».

Dopo la promozione in B arriva il City Group a Palermo, come lo vedi questo progetto?
«È un progetto che andrà sempre avanti. Mi ricordo quando arrivarono, oggi con il senno di poi non sarei andato ad Avellino. Il Palermo quell’anno non mi mise in uscita: il mister e il direttore Castagnini erano dalla mia parte, avevo fatto un grande ritiro, quando abbiamo giocato con il Pisa, nonostante la sconfitta, ho fatto una grande gara. Era anche arrivato Corini, con cui a Brescia giocavo sempre, e siamo saliti in A. Non si respirava aria di cessione. Col senno di poi sarei rimasto lì, ma le cose vanno diversamente. Sicuramente una società che, se non quest’anno, nei prossimi anni farà parlare tanto di sé».

Adesso tu giochi in Serie D nel Milazzo, tua città natale. Che obiettivi avete per questa stagione?
«L’obiettivo è quello di salvarci. Siamo una società piccola, una neopromossa che l’anno scorso ha fatto il campionato di Eccellenza. Da milazzese mi auguro di fare bene, perché penso che questo sia l’ultimo mio anno. Ho avuto molti problemi fisici e mi hanno riscontrato una malattia autoimmune, per cui sono costretto a dividermi dal terreno di gioco e magari intraprendere una nuova avventura. Non so ancora quello che voglio fare, però cerco sempre di rimanere legato a questo mondo che mi ha costruito come uomo, mi ha dato la possibilità di avere una casa e di dare da mangiare ai miei figli».

Tu hai anche fatto una scuola calcio lì a Milazzo, come sta andando?
«Sta andando molto bene. Ho aperto questa scuola calcio insieme a un altro ex calciatore, domenica tra l’altro giochiamo contro l’Athletic Palermo».

Published by
Angelo Giambona