«Ieri ho visto un Palermo solido e compatto. È stato un piacere ritrovare il direttore Osti, con il quale ho lavorato alla Sampdoria, e alcuni vecchi amici come il team manager dei rosanero e mister Inzaghi. Pippo è un vincente e, considerata anche l’importanza della Società, ci sono tutte le premesse per il Palermo per compiere il salto di qualità. Può essere un progetto vincente». Questa l’analisi ai microfoni di Ilovepalermocalcio.com di uno dei proprietari del Paradiso, formazione protagonista della seconda amichevole estiva del ritiro del Palermo.
Come ha ritrovato Inzaghi, con il quale ha condiviso la sua parentesi al Milan?
«Se il Palermo può concretamente pensare di tornare in Serie A è soprattutto grazie alla presenza di Inzaghi. Lui, come detto, oltre a essere un vincente ha dimostrato di essere molto preparato. Con i giocatori giusti si può intraprendere un percorso vincente».
C’è qualche giocatore in particolare tra i rosanero che l’ha sorpresa?
«No, mi ha sorpreso l’intensità vista da parte dell’intera squadra sia nel primo che nel secondo tempo. Ho visto un gruppo che ha fame ed è la stessa condizione che vorrei ricreare al Paradiso».
Cosa pensa di Corona? Farebbe bene a restare a Palermo e giocarsi le sue carte?
«Se io fossi in lui resterei a Palermo. Con un allenatore come Inzaghi, che nel suo ruolo ha fatto la storia del calcio, potrebbe solo arricchirsi. Oggi quella rosanero è una realtà nella quale possono affermarsi non solo i giocatori già formati, ma anche i giovani provenienti dal vivaio. Io, se fossi in lui, resterei perché vedo in quella palermitana una realtà nella quale poter crescere bene».
Ha sentito aria di derby ieri?
«Devo dire che nel vedere i colori rosanero mi sono tornati alla mente ricordi molto belli. I derby tra Catania e Palermo sono stati sempre molto belli e sentiti e conservo momenti molto belli vissuti in quelle partite. Questa volta me la sono goduta però da esterno».
Bergessio disse che non avrebbe mai giocato per il Palermo. Lei avrebbe indossato la maglia rosanero?
«Il Palermo è stata una delle prime squadre a cercarmi quando, a diciassette anni, giocavo al River Plate. I rosanero mi cercarono insieme al Benfica, prima di andare al Barcellona. Era un’opzione che stavamo valutando con il mio entourage e con i dirigenti del River. Qualche anno dopo poi andai a Catania, scrivendo con quella maglia pagine importanti della sua storia. Oggi un calciatore può giocare in qualsiasi squadra».
La lite tra il vostro allenatore e Inzaghi poi è stata risolta?
«Il nostro mister, da buon siciliano, è vulcanico e sente molto le partite. Scherzi a parte, sono cose che fanno parte del gioco e tutto si è risolto sul momento».