Escl. La Grotteria: «In rosanero ricordi fantastici, ai miei tempi meno soldi e tanto cuore. Salvezza Palermo? Con De Zerbi si può, ma i tifosi…»

Dall’Ancona al Palermo nel lontano 2000, quando ancora si giocava la serie C1, Christian La Grotteria è entrato a pieno nel cuore dei tifosi rosanero. L’attaccante, che ha registrato ben 80 presenze coronate da 17 gol, ha vestito la maglia dei siciliani fino al 2003, ad un anno dalla storica promozione in serie A. Contattato in esclusiva dalla redazione di Ilovepalermocalcio, l’argentino attualmente impegnato nello scouting alla Virtus Bassano, ha risposto ad alcune domande sul presente e sul passato rosanero…

Come commenta le prime giornate del campionato giocate dal club di Zamparini?

«Beh, il Palermo di queste giornate sta facendo un po’ di fatica, ci sono state determinate scelte di mercato dove secondo me manca qualche pedina. La squadra però dà il massimo, anche se magari non basta».

Con il cambio di allenatore e l’arrivo di De Zerbi può cambiare qualcosa?

«Volendo sì. De Zerbi io l’ho seguito molto perché lavorando in Lega Pro lo conosco bene e il Foggia è stata la squadra che ha giocato il miglior calcio della Lega Pro. La scelta di Ballardini di andare via è un chiaro segnale di incompatibilità con le idee societarie. Adesso bisogna appoggiare il nuovo allenatore e cercare di venirne fuori da queste brutte “acque”».

Si potrà raggiungere comunque la salvezza?

«Di natura sono sempre molto positivo e De Zerbi ha un’opportunità unica lavorando in serie A, ci metterà tutto l’impegno e la sua intelligenza. Speriamo che i giocatori possano dare più del 100%, visto che a volte in certe situazioni dare il massimo non basta».

Il prossimo match sarà Crotone-Palermo. Come vede questa partita?

«Questa è una partita dove il Palermo potrebbe puntare a vincere. Il Crotone è una squadra che cerca di salvarsi quindi sono queste le partite importanti per i rosanero, devono fare punti in queste occasioni».

Durante la sua permanenza in Sicilia ha avuto Zamparini come presidente, precisamente nell’anno 2002-2003. Che rapporto aveva con il patron?

«In realtà ho parlato molto poco con lui, praticamente non avevamo nessun rapporto. Ho pensato al campo e ho avuto pochi colloqui con lui, mai un rapporto stretto».

Cosa pensa dell’attuale possibile cessione del club rosanero proprio da parte di Zamparini? 

«In questo caso dico che in effetti è arrivata l’ora di passare la mano e penso che anche lui abbia voglia di farlo. E’ una persona responsabile, vuol dire che lui vorrebbe lasciare il Palermo in buone mani. Abbiamo visto cosa è successo al Pisa, questa potrebbe essere la sua paura e di conseguenza sta cercando il migliore compratore possibile per poter dare un buon futuro al Palermo».

Tornado al passato: qual è il ricordo più bello della sua esperienza nel capoluogo siciliano?

«Io ho fatto 3 anni al Palermo e ogni anno è stato uno più bello dell’altro. Uno dei ricordi più belli è stato il campionato vinto in Lega Pro, che in quel periodo si chiamava serie C. Eravamo in casa con lo stadio strapieno, lo ricordo bene. Poi c’è anche il derby contro il Catania o il bel gruppo che eravamo con tanta fame e tanta umiltà, che volevano raggiungere l’obiettivo e ci sono anche riusciti. Sono tanti i ricordi belli. Ma quello era un altro calcio, c’erano meno soldi e tanto cuore».

E cosa ricorda della tifoseria rosanero? 

«Con la tifoseria c’è sempre stato un bel rapporto. Ancora adesso, sui social, mettendo una foto del Palermo mi salutano tutti e questo mi fa un enorme piacere, posso solo ringraziarli per quei 3 anni meravigliosi passati lì».

Adesso la situazione è completamente diversa, la tifoseria si è disunita… 

«Questo dimostra che c’è una vera ideologia del tifo, cioè che sono separati perché hanno due modi diversi di pensare. Magari uno appoggia la società mentre l’altro la contesta. Bisogna trovare un punto in comune: cioè l’amore per i colori rosanero e per la maglia. Per il Palermo. A volte è meglio mettere da parte le ideologie e cercare di remare tutti insieme dalla stessa parte, soprattutto in questo momento difficile per la squadra. Il mercato è stato un po’ povero e i giocatori hanno bisogno di questa spinta. So che non sarà facile perché ognuno vuole rimanere nella propria posizione, però come detto il punto comune dovrebbe essere l’amore per la maglia e per i colori della città».

Lei è stato un grande attaccante, forse quello che manca ai rosanero. Secondo lei serve quel centravanti che possa dare peso al reparto offensivo dei siciliani?

«Il mercato è la vita di tutti e delle scelte societarie. Secondo me manca un leader, in attacco così come a centrocampo o in difesa. Manca la colonna vertebrale del Palermo. Come tutte le squadre c’è bisogno di un leader. Poi sì, un attaccante farebbe molto comodo a questo Palermo. Però, ripeto, soprattutto un leader. Come un Cappioli quando giocavo io, come Corini, Miccoli, Cavani e così via. Adesso c’è Diamanti, che dovrebbe avere qualcuno come lui vicino».

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Dario Aiello