Come ricostruisce Valerio Tripi su Repubblica Palermo, l’avventura di Alessio Dionisi in rosanero era iniziata con la fama di tecnico del bel gioco, ma si è chiusa con un esonero tutt’altro che sorprendente. Il 15 giugno la separazione è diventata ufficiale, ma le frizioni — ricorda ancora Valerio Tripi su Repubblica Palermo — erano iniziate mesi prima, tanto che il licenziamento era stato valutato già a dicembre e poi a marzo. I numeri non lo hanno mai sostenuto: 16 sconfitte tra campionato, Coppa Italia e play-off, per una stagione naufragata ben prima della resa dei conti finale.
Il ritorno da avversario al Castellani avrà il sapore di un confronto delicato: come osservato ancora da Valerio Tripi sulle pagine di Repubblica Palermo, Dionisi e il Palermo si incontreranno come due ex che hanno tentato una separazione diplomatica, ma la rottura è stata burrascosa. L’ultimo nodo si è stretto a ottobre, quando l’Empoli lo ha cercato per sostituire Pagliuca: il tecnico non voleva rinunciare a nulla del contratto rosa e il club toscano non intendeva pareggiare lo stipendio percepito a Palermo. Solo dopo una trattativa complessa tutto è rientrato, permettendogli di firmare.
Per i tifosi rosanero, però, domenica non sarà una partita qualunque. Come sottolinea una quarta volta Valerio Tripi di Repubblica Palermo, Dionisi è stato uno dei pochi allenatori capaci di compattare l’ambiente… contro di lui. Contestato per il gioco, per i risultati e perfino per il modo di rivolgersi al pubblico in conferenza, non ha mai trovato quel legame che invece sta accompagnando il percorso di Inzaghi.
Eppure le premesse sembravano diverse: Dionisi parlava da condottiero sotto la curva — «Voi lo volete? Anche noi lo vogliamo» riferito alla Serie A — trasformando quella frase in una delle più celebri tra le ultime parole famose del recente passato rosanero. La stagione si è conclusa nel modo più amaro, con la contestazione personale da esonerato già annunciato.
Adesso, mentre Inzaghi arriva allo scontro diretto con 23 punti, tre in più dell’Empoli e cinque in più di quelli raccolti da Dionisi l’anno scorso, le differenze emergono in modo netto: 21 gol segnati contro i 14 dell’era Dionisi dopo lo stesso numero di giornate. Segnali di una squadra che ha ritrovato peso offensivo, identità e un rapporto con la piazza che lo scorso anno non era mai nato.
Non mancheranno gli ex anche tra i giocatori: Fulignati, oggi titolare dell’Empoli, è cresciuto nel vivaio rosa; Elia, protagonista con Corini nel primo anno di Serie B, era stato vicinissimo al ritorno estivo; Haas, parte dell’ultimo Palermo pre-radiazione, resta legato a un gruppo travolto da penalizzazioni e irregolarità che cambiarono per sempre la storia recente del club.
Domenica non sarà una sfida qualunque: sarà l’occasione per capire quanto è cambiato il Palermo e quanto Dionisi sia riuscito a ricostruire se stesso dopo una parentesi mai sbocciata.