Dall’anno prossimo non sarai più il capitano: clamoroso in Serie A | Calciatore non adatto al ruolo

Capitano - ilovepalermocalcio
Il ruolo del capitano è sempre molto delicato, bisogna sceglierlo bene.
Il ruolo di capitano in una squadra di calcio va ben oltre la semplice fascia al braccio. Non è solo il primo a entrare in campo o a parlare con l’arbitro, ma colui che incarna lo spirito del gruppo. Un capitano è punto di riferimento, guida silenziosa o voce autorevole, capace di mantenere l’equilibrio nei momenti di tensione e di dare forza nei momenti di difficoltà. La sua presenza può cambiare il volto di una partita, non tanto con i piedi, ma con l’anima.
Essere capitano richiede sensibilità e intelligenza emotiva. Deve saper ascoltare, mediare tra lo spogliatoio e l’allenatore, leggere le situazioni e, quando serve, proteggere i compagni anche fuori dal campo. Ogni gesto, parola o silenzio ha un peso specifico. Deve essere pronto a esporsi, ma anche a farsi da parte, se il bene della squadra lo richiede. Un ruolo che si conquista giorno dopo giorno, con l’esempio.
In un calcio sempre più esposto mediaticamente, il capitano è spesso il volto del club. Rappresenta non solo i valori della squadra, ma anche quelli della società, del territorio, dei tifosi. È chiamato a gestire la pressione con lucidità e ad affrontare le critiche con maturità, senza dimenticare l’umanità che lo lega ai suoi compagni.
Proprio questa dimensione umana rende il ruolo tanto delicato quanto affascinante. Il vero capitano non è sempre il più forte tecnicamente, ma colui che riesce a unire, a ispirare e a prendersi carico del gruppo, anche nei momenti in cui nessuno ha il coraggio di parlare.
Il peso della fascia
Ivan Zazzaroni ha espresso un’opinione netta su Giovanni Di Lorenzo, elogiandone le qualità tecniche ma mettendo in dubbio la sua attitudine al ruolo di capitano. Secondo il direttore del Corriere dello Sport, il difensore del Napoli è un grande giocatore, ma appare quello a cui “il pallone pesa di più” nei momenti decisivi. Per Zazzaroni, indossare la fascia richiede personalità, capacità di trasmettere grinta e consapevolezza, soprattutto quando si lotta per traguardi come lo Scudetto.
Il riferimento è chiaro: servono “attributi, alla Bruscolotti”, alludendo a un tipo di leadership carismatica, quasi viscerale, tipica dei capitani storici del Napoli. Per Zazzaroni, il capitano deve essere una guida emotiva, un punto di riferimento capace di dare l’esempio e trasmettere senso di responsabilità al gruppo. Il ruolo non si esaurisce nel rendimento in campo, ma si estende al modo in cui si rappresenta il peso della maglia.

Una critica costruttiva
Nonostante le osservazioni, Zazzaroni ha voluto chiarire che il suo non è un attacco personale. Al contrario, ha ribadito l’ammirazione nei confronti di Di Lorenzo, riconoscendone il contributo fondamentale nella stagione con Spalletti. Le sue parole vogliono evidenziare la delicatezza del ruolo, non screditare il giocatore.
Il giudizio sottolinea quanto la figura del capitano venga letta non solo attraverso i numeri, ma anche per l’impatto emotivo e carismatico sul gruppo. Una responsabilità che, per alcuni, va oltre il talento tecnico.