“Da anni combatto con le mie ginocchia, mi ritiro”: UNA VITA ROVINATA DA MILLE INFORTUNI | Addio alla Nazionale e alla Serie A

Ginocchio

Ginocchio - ilovepalermocalcio

Gli infortuni possono spesso condizionare le carriere dei calciatori.

Gli infortuni rappresentano una delle principali incognite nella carriera di un calciatore, e tra i più temuti ci sono quelli alle ginocchia. L’articolazione del ginocchio è sottoposta a continui stress durante allenamenti e partite: cambi di direzione, contrasti e salti mettono a dura prova legamenti, menischi e cartilagini. Un danno a queste strutture può significare mesi di stop, interventi chirurgici e una lunga riabilitazione, con esiti non sempre prevedibili.

In particolare, la rottura del legamento crociato anteriore è tra le lesioni più gravi per un atleta. Sebbene la chirurgia moderna abbia aumentato le possibilità di recupero, il ritorno in campo richiede tempo e non sempre restituisce lo stesso livello di prestazione. A ciò si aggiungono i rischi psicologici: la paura di un nuovo infortunio può condizionare l’aggressività in campo, modificando il modo di giocare e riducendo la fiducia nei propri mezzi.

Molti calciatori, anche di alto livello, si sono visti costretti ad accorciare la propria carriera a causa di ginocchia compromesse. Le recidive, in particolare, rappresentano un fattore decisivo: subire lo stesso infortunio più volte può portare alla degenerazione articolare e alla perdita irreversibile di mobilità o potenza muscolare. Alcuni, pur recuperando clinicamente, non riescono più a reggere il ritmo agonistico richiesto dal calcio professionistico.

In certi casi, l’unica soluzione possibile diventa il ritiro anticipato. Una decisione sofferta, spesso vissuta come una sconfitta, ma necessaria per tutelare la salute a lungo termine.

“Sono esausto”

Andrea Conti, classe 1994, ha annunciato il ritiro dal calcio giocato, segnando la fine di una carriera tormentata dagli infortuni. Dopo l’exploit con l’Atalanta e l’approdo al Milan, sembrava pronto per consacrarsi anche in Nazionale. Ma un grave infortunio al ginocchio, proprio all’arrivo a Milanello, ha cambiato tutto. Un recupero difficoltoso, seguito da una recidiva, ha compromesso il suo percorso in rossonero e condizionato anche l’esperienza alla Sampdoria. “Sono anni che combatto con infortuni e delusioni. Non ce la faccio più”, ha dichiarato Conti.

Dieci mesi da svincolato e appena nove presenze nelle ultime tre stagioni hanno segnato la sua decisione. La consapevolezza del proprio limite fisico è diventata inevitabile, insieme al dolore di una carriera mai realmente sbocciata. “Mi capita spesso di pensare a come sarebbe stata la mia carriera senza questi infortuni. Penso al perché gli altri siano in campo e io sul divano”, ha raccontato con amarezza.

Conti
Conti – fonte lapresse – ilovepalermocalcio

Il peso degli infortuni e i rimpianti

Il ginocchio, per Conti, è diventato una prigione. “Non c’è un giorno in cui non ci penso. Anche nella vita quotidiana: non riesco nemmeno a piegarmi”, ha confessato. Una condizione che ha inciso profondamente sul piano fisico e mentale, costringendolo a convivere con pensieri ricorrenti e dolorosi.

Sul suo percorso, ha voluto ricordare Gasperini come il miglior allenatore avuto, riconoscendone il valore formativo. Più ambivalente, invece, il rapporto con Pioli al Milan: dopo una breve fiducia iniziale, l’infortunio lo ha fatto scomparire dai radar, senza spiegazioni. “È stato un ultimo schiaffo”, ha concluso.