PALERMO

Cosa serve davvero al Palermo secondo Inzaghi

Nel suo approfondimento sulle difficoltà del Palermo, Tullio Calzone del Corriere dello Sport pone una domanda che resta sospesa da settimane: cosa manca davvero alla squadra di Inzaghi per tornare “ingiocabile”? Una domanda che, come ricorda ancora Calzone sul Corriere dello Sport, trova risposta nel concetto che ha sempre contraddistinto il tecnico: la fame.

Secondo Tullio Calzone del Corriere dello Sport, Inzaghi non vede più quella ferocia che aveva reso le sue squadre letali già dai tempi del Venezia, quando costruì una promozione dalla C insieme al direttore Giorgio Perinetti, figura ben nota ai tifosi rosanero. Lo stesso spirito famelico accompagnò Inzaghi negli anni delle imprese a Benevento e Pisa, dove — ricorda ancora Calzone sul Corriere dello Sport — il suo marchio era l’inseguimento ossessivo del risultato, senza arroganza e con massimo sacrificio.

Il problema attuale, osserva Tullio Calzone sulle colonne del Corriere dello Sport, è che questo Palermo sembra aver perso qualcosa lungo la strada. L’idea che basti chiamarsi Palermo e avere alle spalle una potenza come il City Group si è rivelata illusoria: paura, appagamento e un’identità che si sfalda negli automatismi richiesti da Inzaghi hanno reso i rosanero vulnerabili.

L’analisi di Calzone per il Corriere dello Sport torna quindi sul campo: a Chiavari, il Palermo è stato salvato da una parata strepitosa di Joronen, da una traversa provvidenziale dopo il palo di Augello e da un errore clamoroso della difesa ligure che ha regalato a Pohjanpalo il gol del pari. Il finlandese ha poi sprecato due chance che avrebbero cambiato il giudizio complessivo. La squadra è stata graziata anche da Russo nel recupero.

Il risultato è chiaro: questo Palermo, oggi, vive a metà del guado. Non è fragile, ma non è feroce. Inzaghi non accetta l’idea di un’identità anonima: senza recuperare quella fame “di pippo il vincente”, la scalata rischia di restare incompiuta.

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Redazione Ilovepalermocalcio