Filippo Inzaghi ha cominciato ufficialmente la sua avventura sulla panchina del Palermo. Lo ha fatto ieri, al centro sportivo di Torretta, con il sorriso sulle labbra e le idee chiarissime: «Cosa deve avere soprattutto una mia squadra? Deve vincere». Un’affermazione che, come riporta Paolo Vannini sulle colonne del Corriere dello Sport, sintetizza perfettamente la mentalità con cui Super Pippo ha accettato la sfida rosanero: «La Serie A? Nessuno ha pronunciato quella parola, ma sappiamo qual è il sogno. Ce lo dobbiamo meritare, sapendo che nessuno ci regalerà nulla».
Accanto a lui, nella sala stampa del CFA, tutti i vertici del club: dal presidente Dario Mirri, per la prima volta presente in una conferenza ufficiale con l’ad Gardini, fino al direttore sportivo Carlo Osti, che si è assunto con orgoglio la paternità della scelta: «Ho scelto Pippo per la sua mentalità vincente, la sua umiltà e l’entusiasmo che sa trasmettere. Per me era la prima scelta da subito».
Nel resoconto di Paolo Vannini per il Corriere dello Sport, emerge anche il lato emotivo dell’ex bomber: «Ho lasciato Pisa con dolore, ma sentivo che qualcosa non funzionava. Palermo mi ha riacceso subito: è una città che non è solo calcio, affascina per cultura e storia». L’accoglienza al Barbera lo ha profondamente colpito: «Non ho dormito, non ho fatto ancora nulla per meritarmi questo amore. Ma mi ha dato una carica incredibile».
Tatticamente, Inzaghi predica flessibilità ma ha già un’idea precisa in testa: «L’unica certezza è che giocheremo con due trequartisti e una punta. A Benevento ho vinto col 4-3-2-1, a Pisa col 3-4-2-1. Dipenderà dalle percezioni in ritiro e dalle caratteristiche dei giocatori». E aggiunge: «Brunori e Pohjanpalo sono forti, ma in Serie B si vince solo se si è squadra, lottando tutti insieme».
Nessun riferimento preciso al mercato, ma un messaggio chiaro: «Questa squadra ha già ottimi elementi, dobbiamo solo ridare fiducia. Il passato non conta più: si riparte da zero, e servirà l’aiuto di tutti». Tanti i messaggi ricevuti in questi giorni: «Mi hanno scritto in tanti, da Taibi a Miccoli, da Foschi a Perinetti. Anche Biffi, il capitano storico. Palermo da avversario era una sfida tremenda, oggi sento il peso e l’onore di rappresentarla».
Una chiusura dal sapore emotivo e simbolico, riportata ancora una volta da Paolo Vannini nel Corriere dello Sport: «Il mio sogno è restituire ai tifosi tutto ciò che mi stanno già dando. Le parole le porta via il vento, ma l’impegno e la passione saranno totali».