“Comicità rosanero – Che tifosi sono…” Matranga&Minafò: «Noi tifosi poco praticanti, ma a “Made in Sud” portiamo Palermo e la Sicilia!» (FOTO)

Terzo appuntamento con la rubrica “Comicità rosanero: Che tifoso è…” (anche se in questo caso è più giusto dire “Che tifosi sono…”) targata Ilovepalermocalcio.com. Protagonista è infatti il duo comico palermitano, presenze fisse nel cast di “Made in Sud” in onda su Rai 2. Parliamo di Matranga&Minafò. In esclusiva ai nostri microfoni, Tony Matranga ed Emanuele Minafò ci hanno raccontato il loro essere tifosi tra una risata e l’altra.

Ci danno appuntamento presso il “Teatro Al Convento”, proprio poche ore prima della registrazione del loro programma in onda su Tgs “Convento Cabaret”. Ci ricevono nel backstage, dove tra parrucche e abiti di scena iniziamo la nostra chiacchierata.

Iniziamo con la domanda di rito: “Che tifosi sono…” Matranga&Minafò?

Matranga: «Siamo dei tifosi non molto presenti o almeno non più come prima, quando ogni settimana seguivamo. Io per esempio l’ultimo Palermo che ricordo, e che ho seguito con attenzione, è quello in cui c’era Farias. Però abbiamo molti amici all’interno della squadra come Vitiello. Anche in passato gente come Aronica, Dybala e Belotti che venivano spesso a vedere i nostri spettacoli. Da quando abbiamo intrapreso questa carriera, i vari impegni ci hanno un po’ fatto allontanare dallo stadio ahimè».

Minafò: «Io invece l’ultimo Palermo che ricordo è quello di La Grotteria! Praticamente era il Palermo che si vedeva su Tele+ o Stream, per farvi capire. Siamo tifosi non praticanti, mettiamola così».

Ma quindi voi prima di intraprende questa carriera, eravate tipi da stadio?

Matranga: «Sì, decisamente si! Andavo spesso alla “Favorita”».

Minafò: «Anch’io andavo qualche volta. Più che altro prima giochicchiavo a calcio, adesso neanche più questo faccio. Però sì, andavo allo stadio, ma anche adesso tra un impegno e l’altro capita».

A proposito di giochicchiare a calcio, vi abbiamo visto all’opera nella partita organizzata da “Ficarra&Picone”. Emozionante giocare al “Barbera”?

Matranga: «Una bella emozione davvero!».

Minafò: «Sicuramente la cosa più bella per me è stata, a parte il giocare in un campo come il “Barbera”, che è fantastico, marcare Totò Schillaci! E’ stata la cosa più emozionante. Cioè, vedere mentre giochi che ti arriva davanti Schillaci e tu cerchi di contrastarlo è una cosa fantastica, tipo posso morire felice (ride, ndr). Anche se non gioca più è sempre una vera icona, un mito per me. E’ stato bello ritrovarsi a giocare con tanti colleghi. Poi c’è Aldo Baglio che gioca benissimo a calcio, così come Ficarra che gioca tutte le settimane. Abbiamo giocato tutti dieci minuti circa, giusto per divertirci, è stata veramente una bellissima manifestazione, da ripetere ogni anno».

Un aneddoto di quella partita?

Matranga: «Un aneddoto è senz’altro legato a Beppe Iachini. Abbiamo scoperto che è un nostro fan da sempre, anche quando facevamo spettacoli nelle tv locali. Quando ci ha visti, lui era uno dei due allenatori del match, ci ha detto: “Voi mi fate ridere tantissimo, vi seguo da sempre”. Ci ha anche dato tanti consigli quando siamo scesi in campo».

Ma adesso Iachini è andato via…

Matranga: «Ci è dispiaciuto tantissimo. Eravamo molto affezionati a Iachini, per noi era un amico e una bella persona. Noi, seppur non siamo grandi tifosi, leggiamo molto le notizie sul Palermo e purtroppo Zamparini lo ha mandato via».

Ecco, a proposito di Zamparini, sempre molto vulcanico e mai banale, qual è il vostro pensiero sul patron?

In coro: «Un folle!»

Matranga: «Più che altro è un imprenditore, penso che della squadra gli importi poco, così come della città. Quando fa qualche errore, fa un passo indietro dicendo: “Costruirò lo stadio!” o “Voglio fare il centro sportivo”…Manca solo: “Faccio la città nuova!” (ride, ndr)».

Minafò: «In poche parole, lui ha preso la squadra per costruire il Conca D’Oro. Ora venderà i giocatori al Conca D’Oro, in vetrina (ride, ndr). E’ sicuro un grande imprenditore, su quello poco da dire».

Parlando del vostro lavoro: nel cast di “Made in Sud” siete gli unici palermitani, tra molti napoletani. Capita qualche volta dietro le quinte di parlare di calcio? Visto che nel corpo di ballo c’è anche Lady Vitiello…

Matranga: «Sì certo, capita qualche volta. Ma poi i napoletani sono terribili quando si tratta di calcio, si sentono i migliori al mondo. Quindi, quando le cose vanno male per noi, evitiamo di parlarne. Anche se fortunatamente in questi anni, tranne in questa stagione, il Palermo ha sempre fatto bene contro il Napoli, quindi tutti in silenzio quando capita. Là comunque si parla soprattutto della squadra campana».

Minafò: «Ma poi lì la città si ferma quando gioca il Napoli (ride, ndr). Per il resto noi dietro le quinte siamo amici un po’ con tutti, ma realmente non tanto per dire. Capita spesso di uscire con vari colleghi, tutti insieme. Anche con Ilaria e Roberto (Vitiello, ndr)».

Uno dei vostri sketch più famosi è quello del padre tifoso palermitano e il figlio catanese. Raccontateci com’è nato…

Matranga: «Sì, in realtà lo sketch nasce per legare la Sicilia».

Minafò: «E’ nato intanto il personaggio padre e figlio, poi abbiamo cercato una chicca che richiamasse la Sicilia. E poi, visto che a Made In Sud sono la maggior parte napoletani e noi unici palermitani, volevamo in qualche modo coinvolgere anche i catanesi. Così facendo abbiamo voluto portare avanti la Sicilia».

Non avete mai avuto il dubbio fosse “rischioso”? Visto che tra palermitani e catanesi non scorre proprio buon sangue…

Minafò: «In effetti è capitato a volte di ritrovarmi a gridare in uno sketch “Forza Catania”. In qualche quartiere più popolare della nostra città, con 5.000 persone sotto il palco che ti richiedono questo sketch, mi ritrovo a dover urlare “Forza Catania” e dal pubblico sento: “Ammazzalo!”, “Scannalo!”, “Rompigli le gambe” (ride di gusto, ndr)».

Ecco a proposito, voi cosa pensate di questa storica rivalità tra palermitani e catanesi?

Minafò: «Con tutto il rispetto, io credo che più che rivalità, quando si eccede, diventa stupidità. Perché il calcio è talmente “stupido” che la gente deve tifare e andare allo stadio senza prenderlo troppo sul serio. Quindi magari c’è chi può averla presa male la cosa del nostro sketch, ma sono sicuro che chi ci segue è talmente intelligente da prenderla con sportività e ironia».

Matranga: «Per noi è assurdo arrivare addirittura agli scontri tra due città della stessa regione. Tanti tifosi vivono il derby un po’ come una malattia, che andrebbe curata»

Quindi Tony, se un giorno dovessi averlo veramente un figlio che ti dice “Papà, io tifo Catania!”, che diresti?

Matranga: «(Ride, ndr) Senza essere troppo esasperante, per me non ci sarebbe nessun problema. Nel nostro sketch enfatizziamo la cosa giusto per far ridere. Non siamo assolutamente d’accordo sul fatto che due città della stessa regione si debbano odiare. Con questo sketch vorremmo proprio alleggerire questo argomento, perché veramente ci sarebbero padri pronti a rinnegare il figlio, il che è assurdo!».

Minafò: «Guarda, penso che sia più grave se ti dicesse “Papà sono juventino”, almeno il Catania è una squadra siciliana. Perché vedi, noi siamo per la Sicilia, Viva la Sicilia!».

Matranga: «Poi attenzione, pur essendo poco tifosi e poco praticanti, quando il Palermo gioca contro qualsiasi squadra, forza Palermo sempre!».

Volete mandare un messaggio ai tifosi in merito alla questione?

Minafò: «Ai tifosi diciamo di seguire il calcio per quello che è, ossia un gioco. Perché infatti tutti gli altri sport vengono visti come un gioco, invece il calcio diventa una cosa personale. Non è bello sentire di violenze fuori lo stadio, scontri, ecc… Queste cose non hanno senso. Anche perché dovrebbe bastare pensare che i giocatori guadagnano milioni e milioni di euro e noi ci ammazziamo»

Matranga: «Come dice Emanuele, il calcio deve essere un gioco, un momento di aggregazione. Bisogna tifare, vincere perché è bello, ma al di fuori dello stadio tutti amici».

Nel ringraziarvi per la disponibilità vi chiedo: dove possono venirvi a vedere i tifosi?

Matranga: «Ogni domenica possono seguirci su Tgs, con la nostra trasmissione dedicata proprio ai palermitani, con tanti artisti siciliani. Poi a febbraio ricomincerà “Made in Sud”. Ovviamente anche sulla nostra pagina Facebook ufficiale».

Minafò: «Mandiamo loro un saluto e…».

In coro: «Forza Palermo!».

Di seguito la Fotogallery dell’incontro a cura di Alessandra Lo Monaco

 

 

 

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Katia Virzì