PALERMO

Gazzetta dello Sport: “Calcio violento. Squalificato anche il portiere, l’Italia ritira il suo invito a Coverciano”

Come ricostruisce Guglielmo Buccheri sulla Gazzetta dello Sport, la giustizia sportiva ha emesso il suo verdetto sulla rissa di Collegno. Un episodio definito «spregevole» e «eccezionale», che ha portato a squalifiche pesantissime.

Il protagonista più discusso è Thomas Sarritzu, 13 anni, portiere del Volpiano Pianese. Finito in ospedale con la frattura del malleolo e problemi al collo, è stato punito con un anno di stop per «condotta violenta e antisportiva», avendo colpito con manate e pugni un avversario steso a terra. Stessa squalifica per Cristian Barbero Cristian, pari ruolo del Carmagnola, che ha sferrato un pugno alla nuca di un rivale.

La vicenda ha coinvolto anche il padre di Thomas, Angelo Sarritzu. Il video che ha fatto il giro del web lo mostra mentre scavalca la recinzione per colpire un avversario. Non essendo tesserato, non è stato sanzionato dal giudice sportivo, ma la giustizia ordinaria lo indaga per aggressione. Da dirigente e guardalinee del Volpiano Pianese, ha comunque ricevuto una sanzione per «non aver sedato gli animi e aver partecipato a uno scontro».

«Un anno e mezzo complessivo di stop per la famiglia Sarritzu» scrive Buccheri sulla Gazzetta dello Sport, sottolineando come la mano pesante sia stata giustificata dalla volontà di dare un segnale forte contro la violenza. Multato di 200 euro anche il Collegno, come società organizzatrice del torneo, per non aver impedito l’invasione.

Il caso assume un risvolto amaro: a Thomas erano arrivate telefonate e incoraggiamenti di grandi ex come Buffon («Non mollare, siamo con te») e Dino Zoff, oltre a un invito a Coverciano, sede del Club Italia. Ma la sentenza ha cambiato tutto. «Non si possono accendere i riflettori su un tredicenne che ha innescato una rissa», spiega la Gazzetta dello Sport, e così le porte di Coverciano resteranno chiuse.

Un verdetto che chiude, almeno per ora, la parabola di solidarietà costruita attorno al giovane portiere, trasformandola in un caso simbolo di come la giustizia sportiva intenda punire duramente ogni episodio di violenza nei campi giovanili.

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Redazione Ilovepalermocalcio