Avellino e Palermo nel cuore, la Serie B nella testa. Maurizio Ciaramitaro, doppio ex della sfida del Partenio-Lombardi, racconta emozioni e prospettive alla vigilia del match. Nell’intervista firmata da Marco Festa su Il Mattino di Avellino, l’ex centrocampista ripercorre il suo passato e analizza il presente delle due squadre, partendo da un legame mai spezzato.
«Ad Avellino ho vissuto la mia prima esperienza lontano da casa, è stato un onore indossare la maglia biancoverde. Il Palermo è la squadra della mia città, il club di cui sono tifoso», racconta Ciaramitaro a Marco Festa del Mattino di Avellino, definendo la sfida «una partita speciale» e annunciando un match vibrante. Era il gennaio 2002 quando, appena ventenne, il Palermo lo girò in prestito in Irpinia: «Conservo un ricordo bellissimo. Fui accolto da Ignoffo e Pisciotta, il presidente era don Pasquale Casillo. Era un altro calcio».
Un’esperienza formativa sotto ogni aspetto. «Ad Avellino un giovane cresce in fretta, dentro e fuori dal campo. Le regole erano semplici: stare zitto, pedalare, andare a duecento all’ora. Non ho mai corso così tanto in carriera», ricorda Ciaramitaro nell’intervista a Il Mattino di Avellino, citando Auteri come un “martello” e Merogliano come un luogo speciale in cui vivere. «Quando indossavi quella maglia sentivi addosso il peso della storia».
Una storia che passa inevitabilmente dal Partenio. «Davanti a un tifo così, o giochi una grande partita o è dura per tutti», sottolinea ancora Ciaramitaro a Marco Festa su Il Mattino di Avellino, parlando anche dell’Avellino di oggi: «Mi piace moltissimo. Condivido l’approccio di Biancolino, un calcio propositivo. In Serie B, se ti difendi soltanto, rischi di perdere più partite».
Con 306 presenze in cadetteria, Ciaramitaro conosce bene la categoria. «Palermo, Monza e Venezia hanno le rose più attrezzate per la promozione diretta, ma i nomi non bastano. Il Palermo lo ha imparato negli anni: se non corri più degli avversari fai fatica». Un concetto ribadito più volte nell’intervista concessa a Il Mattino di Avellino, dove l’ex centrocampista sottolinea la crescita recente dei rosanero: «Hanno superato un periodo nero, ora sono in ripresa. Inzaghi sa come si vince questo campionato, ma nulla è scontato. Va guadagnato tutto, partita dopo partita».
Discorso che vale anche per l’Avellino. «Prima la salvezza, senza precludersi nulla», spiega Ciaramitaro a Marco Festa del Mattino di Avellino. «La società sta programmando bene. In Serie B le sorprese non mancano: perché non sognare i playoff? Guardate il Frosinone. Il segreto è vivere il presente con equilibrio e continuità».
Infine, uno sguardo ai singoli e al futuro del calcio italiano. «Nel Palermo mi rivedo in Segre. Nell’Avellino mi piace Palumbo, forte ovunque giochi: play, mezzala, trequartista. Se Biancolino lo usa così, vuol dire che ha qualità importanti». E sul settore giovanile, Ciaramitaro chiude con una convinzione netta: «È la priorità di ogni club. L’Avellino è un esempio. Questa è la strada per far tornare grande il calcio italiano».