«Ce la giochiamo dappertutto». Quattro parole, pronunciate a un tifoso, che bastano per inquadrare Fabio Caserta. Intervistato da Franco Cirici sulla Gazzetta dello Sport, il nuovo allenatore del Bari – subentrato a Moreno Longo – si prepara all’esordio in Coppa Italia domenica sera contro il Milan a San Siro. Calabrese, 47 anni il prossimo 24 settembre, Caserta ha lasciato alle spalle l’esperienza di Catanzaro per raccogliere la sfida proposta dal presidente Luigi De Laurentiis.
«Con tutto il rispetto per le squadre che ho allenato in passato – ha spiegato a Cirici – credo che il Bari sia il punto più alto della mia carriera. Per storia, calore ed esigenze del pubblico, e per il San Nicola. A prescindere dalla categoria, è una delle piazze più importanti d’Italia».
Allenatore che ha costruito gran parte del suo percorso al Sud, Caserta non nasconde le difficoltà e le sfide di questo contesto: «Allenare al Sud è più difficile che al Nord, ma anche più stimolante. Ho vinto anche a Perugia, in un ambiente molto caldo, peccato solo fosse l’anno del Covid».
Dopo due promozioni dalla Serie C e altrettante semifinali playoff in B, l’obiettivo è chiaro: «Ogni giorno mi sveglio desiderando la Serie A. Ora voglio solo fare un grande campionato con il Bari». Per arrivarci, però, sa che servirà più pazienza di quella mostrata da calciatore: «Vorrei arrivarci prima possibile, ma da allenatore è più difficile. La differenza la fa la gestione delle risorse umane».
Caserta ha anche rivelato a Franco Cirici il suo punto di riferimento in panchina: «Antonio Conte. L’ho avuto pochi mesi all’Atalanta, ma si vedeva che sarebbe diventato un top. Vive la partita in modo viscerale».
Sul campionato che verrà, l’allenatore biancorosso mette in guardia: «La Serie B è il torneo più difficile e imprevedibile, spesso tutto resta aperto fino agli ultimi 90 minuti». Le sue favorite? «Palermo, Modena e le tre retrocesse. Ma in campo non vanno i soldi: conta ciò che riesce a creare una squadra».
Sulla posizione del Bari, Caserta resta realista: «Siamo in costruzione, non siamo completi, ma tante squadre ora sono nella stessa situazione. L’importante è far capire ai ragazzi ciò che voglio». Sul mercato, ancora un’analisi lucida: «Il Palermo è fuori categoria, noi e le altre cerchiamo di fare investimenti mirati. Non sempre vince chi spende di più: due anni fa il Bari sfiorò la promozione senza spendere cifre folli».
Il tecnico ha poi avuto parole speciali per Verreth, reduce da un grave lutto: «Gli è successo un fatto innaturale. Gli saremo sempre accanto, per qualsiasi cosa». E sui nuovi arrivi Sibilli e Partipilo: «Ci sarà bisogno di tutti, ma loro hanno qualcosa in più della media».