PALERMO

Carrozzieri: «Col Milan era fatta. Ho sbagliato una notte e ho perso tutto»

Come racconta Francesco Pietrella sulla Gazzetta dello Sport, la parabola di Moris Carrozzieri è una montagna russa di occasioni mancate, pugni nello stomaco e ripartenze dolorose. Una carriera che sembrava destinata a decollare definitivamente, prima che una notte sbagliata ne cambiasse il destino.

Carrozzieri, centrale vecchio stampo passato da Sampdoria, Atalanta e Palermo, rievoca con Pietrella il momento in cui tutto sembrava possibile. «Nell’estate 2003 — ricorda — saltai dalla C1 alla Serie A. Novellino mi chiese se me la sentissi di giocare titolare contro l’Inter: gli dissi “E che problema c’è?”». Era il suo battesimo a San Siro.

Secondo quanto ricostruisce Francesco Pietrella sulla Gazzetta dello Sport, il primo talento a credere in lui fu Fabio Paratici, ai tempi del Teramo. «Il presidente mi promise la Serie A. Pensai fosse pazzo, e invece…». In blucerchiato si guadagna la fiducia di Ancelotti durante una tournée in Cina col Milan. Ma il rapporto con Novellino si spezza: una multa ingiusta, una discoteca mai frequentata e un pugno che chiude ogni possibilità. «Da lì non ho più giocato».

Sarebbe dovuto approdare alla Juventus: «Andai tre volte a cena da Moggi, firmai un precontratto di cinque anni. Calciopoli distrusse tutto». Come sottolinea Francesco Pietrella sulla Gazzetta dello Sport, Carrozzieri riparte dall’Arezzo e poi dall’Atalanta, dove viene travolto da una squalifica per omessa denuncia relativa a una telefonata con vecchi amici del Frosinone. «Mai scommesso in vita mia. Tutto montato ad arte».

Poi arriva la caduta più dura. È Pietrella stesso a ricordare come quella sera del 2009, poche ore prima di Palermo-Torino, cambiò la vita al difensore. «Ero a un passo dal Milan. Cinque anni di contratto. Avevo 28 anni. Una sera stupida, folle. Presi cocaina per la prima volta. Festeggiavo. Sono stato un coglione». Il controllo antidoping lo travolge: due anni fuori.

«Sparirono tutti — confida Carrozzieri alla Gazzetta dello Sport — tranne Miccoli e Flachi. Mi allenavo da solo. Zamparini fu un signore: mi pagò lo stesso, a stipendio ridotto». Due anni di sospensione, confermati da Francesco Pietrella sulla Gazzetta dello Sport, diventano una ferita ancora aperta.

Il dolore più grande però non è sportivo. «Ho deluso la mia famiglia, soprattutto mio padre. È morto tre anni fa. È stato il faro della mia vita». Racconta i sacrifici economici fatti per la sua riabilitazione da ragazzo, il portafogli perso il giorno dell’esordio in A, l’orgoglio di un genitore che lo ha sostenuto fino alla fine.

Carrozzieri non nasconde l’amarezza per come il sistema calcio ha trattato lui e altri: «Io ho sbagliato e ho fatto male solo a me stesso. Chi ha truccato le partite è ancora nel calcio». Una frase che torna più volte nel racconto di Francesco Pietrella sulla Gazzetta dello Sport, segno di un rancore mai sopito.

Oggi l’ex difensore, chiusa la carriera al Bellante nel 2014, guarda avanti. «Sto aprendo un’agenzia con Donato Di Campli, mi piacerebbe fare il direttore sportivo o lavorare coi giovani. Intanto mi godo mia figlia Nina e la mia compagna Ilaria». Smentisce il presunto flirt con Antonella Mosetti: «Solo un’amica».

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Redazione Ilovepalermocalcio