Campionato in Arabia, come la Supercoppa | Ok della Lega, è la prima volta nella storia

Pallone Serie A - fonte lapresse - ilovepalermocalcio
Negli ultimi anni la parte business del calcio è sempre più preponderante.
Le principali leghe calcistiche europee stanno sempre più cercando di portare partite ufficiali di campionato all’estero, in un’ottica di espansione commerciale e acquisizione di nuovi tifosi. Questo approccio nasce dalla consapevolezza che il calcio è ormai un fenomeno globale, seguito da milioni di appassionati anche al di fuori dei confini nazionali. Portare una partita della Liga, della Premier League o della Serie A in mercati strategici come Stati Uniti, Asia o Medio Oriente significa valorizzare il brand, aumentare i ricavi da sponsor e diritti TV, e fidelizzare un nuovo pubblico.
Tuttavia, questa strategia non è priva di ostacoli. Le federazioni nazionali e gli organismi calcistici internazionali, come la FIFA e la UEFA, hanno spesso espresso perplessità su queste iniziative, ritenendole potenzialmente lesive per l’integrità sportiva del campionato. Anche club e tifoserie tradizionali mostrano resistenze: portare una partita all’estero comporta, per i supporter locali, la perdita di un evento a cui assistere dal vivo e genera timori sullo snaturamento dell’identità territoriale del calcio.
Un esempio significativo è stato il tentativo della Liga spagnola di giocare una partita ufficiale a Miami, poi bloccato dalla federazione spagnola. Nonostante i rallentamenti, molte leghe continuano a studiare modi per aggirare gli ostacoli normativi. L’obiettivo resta chiaro: aprire nuove frontiere per far crescere il valore globale del calcio.
In un mondo sempre più connesso, il tifo non ha più confini geografici. Le leghe lo sanno e cercano di adattarsi.
Svolta storica in vista
La Serie A potrebbe presto scrivere una pagina inedita della propria storia: la sfida tra Milan e Como, prevista per inizio febbraio, è candidata a diventare la prima partita ufficiale di un campionato europeo disputata fuori dai confini nazionali.
A confermarlo è il presidente della Lega Serie A, Ezio Simonelli: «Abbiamo chiesto l’autorizzazione a Fifa, Uefa e alle federazioni locali. Credo di poter dire che si farà, anche se non è ancora ufficiale». L’ipotesi più concreta è Perth, in Australia, complice anche l’indisponibilità di San Siro per le Olimpiadi invernali.

Nuove regole e Supercoppa in Arabia
Nel frattempo, l’assemblea dei club ha discusso una modifica allo statuto riguardo al recupero delle partite sospese. La proposta, che sarà votata il 15 luglio, prevede che i match rinviati vengano recuperati, ove possibile, entro 24 ore. «Servono regole oggettive e condivise», ha ribadito Simonelli, sottolineando l’esigenza di uniformità e trasparenza. Intanto, la Supercoppa Italiana è confermata nella settimana precedente al Natale: si giocherà in Arabia Saudita, con sede ancora da definire tra Riyadh e Gedda.
Restano da sciogliere due questioni: la sede della finale di Coppa Italia, che potrebbe essere spostata a Milano per evitare sovrapposizioni, e il tema stadi. Sul decreto sport, Simonelli ha espresso soddisfazione per i contratti a otto anni, ma ha invocato la nomina di un commissario per sbloccare i lavori sugli impianti in vista di Euro 2032. La scadenza UEFA incombe: ottobre 2026.