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Cagliari, Giulini: «Quarantena ci preoccupa. Unico Paese in Europa ad aver fatto questo scelta»

Ecco qui di seguito le parole di Tommaso Giulini, presidente del Cagliari, intervenuto ai microfoni di “Radio Rai“: «Abbiamo passato un bel weekend, pieno di ricordi, e un sabato particolare. Non ci aspettavamo di festeggiare in piena pandemia, ma adesso pensiamo alla ripartenza, per essere positivi».

Che sensazioni ha sulla ripresa?
«Siamo ovviamente un pochino preoccupati dal fatto che con un positivo tutta la squadra dovrebbe andare in quarantena. Questo metterebbe a rischio il campionato. Siamo l’unico paese europeo ad aver fatto questa scelta e non capisco bene il senso. Si creerebbe un danno atroce per il calcio italiano con un nuovo stop. La situazione è già complicata adesso».

Cosa pensa dell’ipotesi algoritmo per decidere le posizioni?
«In questi tre mesi il presidente Gravina ha fatto un grandissimo lavoro di raccordo insieme a Dal Pino, De Siervo e Balata. Se ripartiamo gran parte del merito è di Gravina e prima di criticare un algoritmo dobbiamo capire come funziona. Io ancora non lo so, ma serve rispetto».

Il virus ha riportato il calcio a un livello più reale?
«Credo sia una ripartenza come in tutti i settori. Speriamo sia graduale e che non si crei una bolla come negli ultimi anni. Spero che il valore dei cartellini possa andare di pari passo con i contratti. Il calcio potrebbe essere più umano e più vicino ai tifosi che negli ultimi tre mesi si sono un po’ disamorati con tutte queste polemiche».

Quando torneranno i tifosi allo stadio?
«Non sappiamo ancora bene come e quando sarà possibile. Difficile poggi prevedere quali saranno le normative e questo è un peccato. Dobbiamo programmare una riapertura degli stadi. Qui in Sardegna già ieri c’erano le spiagge piene, con i turisti lo saranno ancora di più, ma non possiamo non pensare a riaprire gli impianti, anche se la vedo una cosa molto lontana».

Il nuovo stadio è un progetto concreto?
«Sì, inizieremo la progettazione proprio in questi giorni, abbiamo firmato un contratto e spero che entro dicembre si possa terminare. Ci auguriamo che nel giro di tre anni, massimo quattro, si possa giocare nel nuovo stadio».

Davvero avete pensato al ritorno di Allegri?
«Lui è molto amico del presidente Filucchi e a fine gennaio c’è stata una chiacchierata ma niente di più. Sta parlando con altri club, era complicato per noi, ma nell’anno del centenario sarebbe stato un bel sogno».

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Redazione Ilovepalermocalcio