Nazionale

Buffon: «Si va al Mondiale. ma amateci di più. E basta critiche solo per far male»

Come riporta Fabio Licari sulla Gazzetta dello Sport, Gianluigi Buffon guarda alla Nazionale dall’alto delle sue 176 presenze e del Mondiale vinto, con la lucidità di chi ha vissuto tutte le tempeste e tutte le rinascite. Il suo punto di partenza è netto: «Viviamo in due mondi che non s’incontrano. Da un lato presunzione, dall’altro paura. E troviamo sempre il modo di farci del male da soli».
Una fotografia che Licari della Gazzetta dello Sport mette al centro del racconto: un’Italia in bilico tra passato glorioso e futuro incerto.

«Avevo previsto tutto: era chiaro che stavamo sbagliando strada»

Buffon ricorda una frase detta dopo il Mondiale 2010: «Avevo capito cosa stava succedendo». L’Italia si era illusa che il talento di una generazione — Buffon, Cannavaro, Totti — potesse essere eterno. «Già allora dovevi ripensare ai modelli tecnici e tattici, ma siamo stati cicale», spiega nell’intervista riportata da Fabio Licari sulla Gazzetta dello Sport.

Oggi la Figc, dice Buffon, sta provando a correggere quegli errori: «Giovanili vincenti, progetti, idee. Il risultato però si vedrà tra anni. Forse noi non ci saremo più, ma è la scelta giusta».

«Il talento si crea dai 7 ai 13 anni. Dobbiamo ripartire dal basso»

Buffon indica la strada: investire sui giovani veri, i bambini. «L’imprinting nasce lì». Con Viscidi e Prandelli è in corso un lavoro profondo: «Ci vuole stabilità. Non si può cambiare progetto ogni volta che si perde una partita».

L’idea di abolire il risultato nelle giovanili? «Può essere un’idea. Ma ciò che conta è tornare ad allenare le abilità: non c’è un altro Yamal in giro».

Sulla Nations: «Niente paure. Ma guai a un’altra Macedonia»

Riguardo a Irlanda del Nord, Galles e Bosnia, Buffon è chiaro: «Il pubblico aiuta sempre. La paura, invece, paralizza. Serve rispetto. E lucidità».
E aggiunge: «Come dice il ct, siamo forti. Ma dobbiamo crederci».

Sulle critiche: «I ragazzi hanno bisogno d’affetto. Basta paragoni col passato»

Buffon invita il Paese a moderare la negatività: «Criticare è giusto. Ma i paragoni con il passato fanno solo male ai giocatori. Il momento storico va compreso».

Su Gattuso: «È il ct perfetto. E voi giornalisti lo sapete benissimo»

Come sottolinea Fabio Licari sulla Gazzetta dello Sport, Buffon difende con decisione il commissario tecnico:

«Gattuso allena da dodici anni. È un grande professionista».

«Parliamo continuamente di idee, movimenti, soluzioni. Ma decide tutto lui».

«Il doppio 9? Un’intuizione geniale. Ora non si tocca».
E aggiunge: «La squadra lo segue. I media che vivono il gruppo lo sanno bene».

La caduta con la Norvegia e il blackout mentale

«Eravamo 1-1 fino al 78’. Poi un crollo mentale. Non è accettabile. Dobbiamo migliorare tantissimo».
Buffon vede comunque una base forte: «Abbiamo attaccanti veri. E il gol sarà il nostro punto fermo».

Capitolo big: «Aspettiamo Chiesa. Ne abbiamo bisogno»

«Se qualcuno merita, viene convocato. Nessuna preclusione. Chiesa è unico: pochi come lui in Europa».

Il sistema-Italia: «Tutti si battono il petto sull’inno. Poi nessuno ci aiuta davvero»

Buffon denuncia l’incapacità del sistema di fermare il campionato per aiutare la Nazionale: «Ci servirebbe tantissimo. Ma dobbiamo essere più forti anche delle mancanze del sistema».

Louis Thomas Buffon: «Ha lo 0,5% di possibilità di essere un calciatore…»

Sui sei gol del figlio con l’U19 ceca, Buffon frena: «Non ha fatto ancora nulla. Gli ho detto di non leggere niente. In famiglia siamo in tanti ad aver giocato in Nazionale… non sta facendo niente di speciale».

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Redazione Ilovepalermocalcio