Ospite d’eccezione a TMW Radio, nel corso della trasmissione Maracanà, il commissario tecnico dell’Italia Under 21 Silvio Baldini ha raccontato emozioni, progetti e ambizioni legati alla sua nuova avventura in azzurro.
«Lo speravo ma non ci credevo più, vista anche l’età – ha spiegato Baldini –. Però si vede che il destino ci ha messo lo zampino. Gravina, in un momento di difficoltà, ha avuto il coraggio di scegliere un tecnico con le mie caratteristiche. Spero di ripagarlo».
Il ruolo del selezionatore e l’approccio ai giovani
Baldini ha chiarito la differenza tra l’essere allenatore di club e selezionatore: «Sono due cose diverse. Devi sintetizzare in pochi allenamenti ciò che serve per affrontare due partite ravvicinate. Per questo è necessario proporre cose semplici, che permettano ai ragazzi di esprimere il proprio talento».
Il ct ha raccontato un episodio significativo: «Camarda ha avuto una commozione cerebrale e gli hanno imposto dieci giorni di stop. Mi ha telefonato per dirmi che era dispiaciuto di non poter venire in Nazionale. Questo dimostra che i ragazzi tengono a questa maglia. Spesso diciamo che hanno tanti vizi, ma in realtà siamo noi a concederli».
Su Esposito, i sogni e gli obiettivi
L’ex tecnico del Palermo ha parlato anche di Francesco Pio Esposito: «Sarebbe un valore aggiunto, ma siccome è bravo deve andare nella squadra maggiore. Noi dobbiamo preparare i ragazzi per la Nazionale A: non siamo più una squadra di esperimenti».
E sugli obiettivi ha aggiunto: «Vogliamo vincere Europeo e Olimpiadi? Il sogno non è qualcosa di reale ma metafisico. Se non abbiamo sogni, non abbiamo scopi nella vita. La realtà è difficile da affrontare e senza sogni non si affronta. Non voglio nascondermi, voglio provarci invece che essere nulla».
I rapporti personali e le emozioni
Baldini ha speso parole di elogio per Gattuso: «Eccezionale, ragazzo straordinario, mi sembra di conoscerlo da sempre. È umile, determinato e con valori di una volta». E su Buffon: «L’ho sempre conosciuto, suo padre è stato mio allenatore. Non ci siamo mai frequentati ma ha dato un giudizio positivo su di me quando c’è stata la scelta di Gravina».
Infine, il ct ha confidato un’emozione personale legata alla chiamata in azzurro: «Il giorno dopo sono andato al cimitero a parlare con mio padre. Meritava che uno dei suoi figli facesse qualcosa per cui sarebbe stato orgoglioso».