In occasione del 15º anniversario di Radio Sportiva, il ct dell’Under 21 Silvio Baldini è intervenuto ai microfoni dell’emittente, raccontando emozioni, percorso personale e prospettive future della sua carriera in azzurro.
«Sono orgoglioso nel rappresentare l’Italia dei giovani. Sono felicissimo, il destino mi ha consegnato un bel regalo. Per me stare a contatto coi giovani è il massimo» ha esordito Baldini, ripercorrendo un passaggio fondamentale della sua vita professionale.
Il ct ha poi ricordato il lungo periodo lontano dalle panchine: «Sono stato sei anni senza allenare, sono tantissimi. Quasi ti scordi com’è questo mestiere. Per sei anni sono stato sulle montagne, coi miei cani, coi pastori. È stato bellissimo. Poi tutto finisce e senti il desiderio di tornare ad allenare, ripartire dopo sei anni non è facile».
Baldini ha raccontato anche la sua esperienza alla Carrarese: «Ho allenato per quattro anni gratis, senza percepire un euro. Quattro anni bellissimi in cui potevo organizzare il mio lavoro. Poi Palermo e Pescara nel momento giusto, due grandi piazze e due stadi in cui la gente ti fa sentire il calore».
Infine, la soddisfazione per la nuova avventura: «Ora l’Under 21, meglio di così non poteva andare».
La decisione di tornare ad allenare
«Quando uno comincia a fare l’allenatore resta ammaliato da questo lavoro. L’adrenalina che ti dà il calcio è unica. Io ci ho messo sei anni per ritrovarla, ma una volta fatte le altre cose che volevo fare il richiamo di questo mestiere è stato davvero forte».
La ricetta per tornare competitivi
Baldini ha offerto una riflessione sul movimento giovanile italiano:
«Io alleno questi giovani che sono fortissimi. Il problema è che in Italia i giovani non li facciamo giocare, appena sbagliano una partita non diamo più loro il tempo di maturare. Non li lanciamo più perché se non vinci sei un cretino. I risultati sono imprescindibili. Questa pressione ha portato l’attuale involuzione».
E ha aggiunto: «Però questo coraggio di cambiare, anche la scelta di Gattuso che ci mette sempre la faccia… lavora in continuazione. Eppure perde una partita e tutti a dire che bisogna chiedere scusa. Ma non bisogna chiedere scusa nulla. Se partiamo dal secondo tempo della Norvegia non andiamo da nessuna parte, se partiamo dal primo tempo andiamo al Mondiale. Nella prima frazione la Norvegia è stata inesistente».
Verso il Mondiale
«Io ho 67 anni, posso nascondermi dietro la paura di dover dire delle cose? Non possiamo nasconderci dietro la diplomazia, l’Italia vuol vincere, farà di tutto per vincere e vincerà. Ma non deve vincere, deve suonare male. L’Italia vincerà perché è fatta di persone in gamba e troverà le soluzioni giuste. Poi qualsiasi cosa accadrà uno avrà sempre la coscienza in pace sapendo di aver fatto il massimo».