PALERMO

Repubblica: “Tutino e Insigne, ex mai rimpianti cercano la rivincita con l’Avellino”

Il Palermo si presenta ad Avellino con l’obiettivo di dare continuità alla propria rincorsa, ma la sfida del Partenio porta con sé anche un tema tecnico e simbolico ben preciso: quello degli ex. In Irpinia, infatti, la squadra di Filippo Inzaghi ritroverà Gennaro Tutino e Roberto Insigne, due giocatori che in rosanero avevano acceso aspettative importanti senza riuscire a mantenerle. Come analizza Alessandro Geraci su la Repubblica Palermo, non è retorica parlare di due percorsi al di sotto delle attese, oggi alla ricerca di una rivincita personale contro la loro ex squadra.

Tutino arrivò a Palermo nel gennaio 2023 come rinforzo offensivo chiamato a spostare gli equilibri nella seconda parte di stagione. L’impatto, però, fu modesto: appena tre gol, poco peso nelle partite decisive e una diffusa sensazione di incompiutezza. Il club scelse di non puntare su di lui e il rapporto si chiuse senza rimpianti. Una volta lasciata la Sicilia, però, l’attaccante napoletano tornò a incidere: 20 reti in 35 presenze con il Cosenza, prima del passaggio alla Sampdoria, dove l’esperienza non decollò mai davvero, con cinque gol in 21 gare.

Secondo quanto evidenzia Alessandro Geraci su la Repubblica Palermo, oggi Tutino è uno degli uomini più utilizzati dell’Avellino dopo l’infortunio alla caviglia che lo aveva costretto a otto panchine consecutive a inizio stagione. Le presenze non mancano (401 minuti), ma i numeri restano impietosi: zero gol e zero assist. Partecipazione al gioco sì, incisività negli ultimi metri no. Un limite già visto a Palermo e che continua a riaffiorare.

Eppure, contro i rosanero Tutino ha già colpito da ex. Il 13 aprile 2024, con la maglia del Cosenza, trasformò il rigore dell’1-1 al “Marulla” dopo il gol di Buttaro, lasciando al Palermo allora guidato da Dionisi l’amaro in bocca. A novembre, con la Sampdoria, firmò l’1-1 al Barbera insieme a Di Francesco. Avellino-Palermo diventa così per lui un’occasione soprattutto emotiva, forse più che tecnica, per scrollarsi di dosso l’etichetta di flop.

Discorso simile, ma con sfumature diverse, per Roberto Insigne. A Palermo ha vissuto due stagioni senza mai diventare centrale nel progetto: qualche spunto, poche fiammate, nessuna continuità. I numeri complessivi parlano di 52 presenze in Serie B, sei gol e sei assist, troppo poco per lasciare il segno. Come sottolinea ancora Alessandro Geraci su la Repubblica Palermo, la cessione estiva ha soddisfatto tutte le parti, chiudendo un capitolo difficilmente rimpianto.

Ad Avellino Insigne ha trovato maggiore spazio e responsabilità, ma il rendimento resta contenuto: un gol e un assist in 627 minuti. Il contributo alla manovra è più evidente rispetto a Tutino, ma la difficoltà nel finalizzare resta una costante della sua carriera, già emersa in rosanero e mai del tutto superata. Inoltre, un problema muscolare lo ha recentemente fermato e la sua presenza contro il Palermo resta in dubbio.

Il Palermo, dal canto suo, guarda agli ex senza particolari nostalgie. La crescita della squadra di Inzaghi passa da altri interpreti, da un’identità più solida e da una produzione offensiva più distribuita. Tutino e Insigne rappresentano semmai un promemoria: investimenti che non hanno reso quanto sperato e che oggi si ritrovano dall’altra parte con l’obbligo di dimostrare qualcosa. Loro cercano risposte personali. Il Palermo, come conclude Alessandro Geraci su la Repubblica Palermo, valuterà soltanto il risultato.

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Redazione Ilovepalermocalcio