“ARRIVA NEYMAR IN SERIE A”: l’annuncio dopo Modric | Vuole finire la carriera in Italia

Neymar Modric - fonte lapresse - ilovepalermocalcio
In Serie A potrebbero presto arrivare grandi campioni, purtroppo però a fine carriera.
Negli ultimi anni, la Serie A è diventata una sorta di “pre-pensionamento dorato” per molti grandi calciatori. Se in passato il campionato italiano era la meta ambita nel pieno della carriera, oggi i fuoriclasse scelgono l’Italia solo quando la curva del rendimento ha iniziato la sua discesa. I top player arrivano spesso con muscoli logori, ma con il nome ancora brillante, utili più al marketing che al progetto tecnico.
Questa tendenza ha cause strutturali. I club italiani, con poche eccezioni, non possono più competere economicamente con Premier League, Arabia Saudita o perfino MLS per convincere un fuoriclasse nel pieno della forma. Così, le squadre puntano sul richiamo del nome, sacrificando spesso dinamismo e progettualità a lungo termine per il prestigio di una firma da prima pagina.
Il risultato è un campionato che si nutre di nostalgia, dove si celebra l’arrivo di ex fuoriclasse più per ciò che sono stati che per quello che possono dare oggi. I tifosi si entusiasmano all’annuncio di un campione, salvo poi scoprire che in campo faticano a reggere i ritmi di una Serie A che, seppur in declino rispetto ad altri tornei, resta comunque impegnativa fisicamente.
In questo scenario, l’Italia smette di essere una terra di conquista per i talenti affermati, diventando piuttosto una tappa conclusiva. Un paradosso per un paese che ha scritto pagine gloriose del calcio europeo, ma che oggi, più che scriverne di nuove, sembra intento a sfogliare un album dei ricordi.
La Serie A come passerella finale dei campioni
Nel suo editoriale sul Corriere della Sera, Paolo Condò fotografa con lucidità il nuovo volto della Serie A: terra di approdo per campioni a fine corsa. Da De Bruyne a Modric, passando per Dzeko, il tratto comune è l’assenza di costi di cartellino, tutti svincolati, tutti affascinati dalla combinazione tra ingaggi ancora allettanti e il prestigio storico del nostro campionato. L’Arabia Saudita paga meglio, ma l’Italia offre visibilità, cultura calcistica e il fascino di una piazza esigente che può rilanciare una carriera o chiuderla con eleganza.
Condò ricorda come il passaggio in Italia abbia rappresentato un trampolino per molti: Salah si è affermato tra Firenze e Roma, e diversi ex Serie A — Donnarumma, Hakimi, Fabian Ruiz, Marquinhos, Kvaratskhelia — hanno poi alzato la Champions col PSG. In questo quadro, il calcio italiano si conferma attrattivo: non per chi è all’apice, ma per chi vuole lasciare un ultimo segno.

L’azzardo Neymar: suggestione o strategia?
L’ironia di Condò esplode nel finale, quando cita Neymar, oggi trentatreenne, reduce da una stagione disastrosa in Arabia e attualmente tornato al Santos. Il padre del brasiliano, intervistato da L’Équipe, sogna per lui un ritorno in Europa per convincere Ancelotti a portarlo al Mondiale. Mourinho lo vorrebbe al Fenerbahce, ma c’è chi sussurra che anche in Serie A qualcuno stia pensando all’azzardo.
Un Neymar a fine carriera, certo, ma pur sempre Neymar. E vuoi mettere la maglia nel museo?