Alta tensione Brescia: Cellino contestato, Clotet in bilico

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul Brescia e sulla contestazione contro Cellino.

Cinquantacinque giorni senza vittorie. Un digiuno lungo, anche troppo, per il club veterano della Serie B. Il Brescia semifinalista l’anno scorso, arrivato alle soglie dell’ultimo atto per la A prima che il Monza lo rimandasse fra i cadetti, è in questo momento una squadra in cerca d’autore. Il periodo-no iniziato sul finire dell’estate complica una situazione tutt’altro che facile anche al netto delle vicende giudiziarie che riguardano il presidente Massimo Cellino (indagini per reati fiscali).

Il calo I malumori della piazza, esplosi al Rigamonti dopo il pareggio ottenuto sabato dall’Ascoli in extremis, sono la conseguenza di un calo sul piano del gioco e dei risultati cominciato da settimane. Il Brescia quest’anno non ha l’obiettivo di andare in Serie A, semmai di salvarsi tranquillamente: questo ha sempre detto anche il suo allenatore Pep Clotet. Ma le ultime partite hanno acuito il malcontento di una tifoseria mortificato più che dai punti in classifica (in linea con una corsa playoff) dal modo in cui ultimamente sono stati ottenuti. In particolare nelle ultime uscite casalinghe con Cittadella, Venezia e Ascoli.

I malumori della curva Dalla Curva Nord sabato sono partiti cori («Oh Cellino guarda che partita») che sono diventati un comunicato (in cui, fra le altre cose, al presidente viene ricordata la frase pronunciata all’insediamento: «Voi bresciani siete abituati alla mediocrità»). Infine, le scritte sulle vetrine dello store e sul muro dello stadio («Cellino vattene»). La contestazione era un ricordo della gestione Corioni, che fruttò dal ’90 al 2014 ben 5 promozioni, altrettante retrocessioni e 4 storiche salvezze consecutive in A (3 con Mazzone e una con De Biasi in panchina, con protagonisti come Baggio e Guardiola, Pirlo e Toni). Non è invece tempo di bilanci per Cellino, che sta affrontando la sua sesta annata da presidente. Si è salvato il primo anno all’ultima giornata, è stato promosso in carrozza il secondo, è retrocesso nel campionato fortemente condizionato dalla pandemia, ha tentato invano di risalire per due stagioni di fila attraverso i playoff.

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Redazione Ilovepalermocalcio