«Un giorno anche il presidente degli Stati Uniti sarà tatuato». Una frase che raccontava bene Paul Baccaglini, ex presidente del Palermo tra marzo e luglio 2017, morto a 41 anni nella sua casa di Segrate. A trovarlo senza vita è stata la compagna, e secondo le prime ricostruzioni l’ipotesi più accreditata è quella del suicidio. Una notizia che ha scosso la città, dove il manager italoamericano aveva lasciato un segno indelebile, pur tra sogni, promesse e polemiche. A ripercorrere quella storia è Massimo Norrito su Repubblica Palermo.
Baccaglini arrivò in Sicilia presentato a Maurizio Zamparini dall’ex presidente russo del Venezia Yuri Korablin, insieme a Frank Cascio, come potenziale investitore. In pochi giorni conquistò la scena: tatuaggi, televisione alle spalle come inviato delle Iene, e un linguaggio diretto che accendeva l’immaginazione di una città in cerca di riscatto. Come ricorda il Corriere di Palermo di Repubblica, Zamparini firmò con lui un preliminare nella villa friulana di Aiello, preludio alla fine di un’era. Ma tutto saltò in luglio, tra accuse, querele e diffidenze: «Da Baccaglini non ho ricevuto nessuna garanzia, non do il Palermo al primo che capita», disse allora Zamparini a Repubblica.
Nei cinque mesi al vertice Baccaglini seppe però accendere entusiasmi. Come scrive Repubblica Palermo nell’analisi di Norrito, i suoi bagni di folla a Mondello, il pane con la milza in centro, le visite istituzionali dal sindaco Orlando e dal rettore Micari lo resero un volto popolare. Memorabile la conferenza stampa in cui mostrò il tatuaggio del Palermo inciso nella notte e promise Champions, stadio nuovo e centro sportivo.
Dietro la facciata, però, restavano i dubbi. A capo del fondo Integritas Capital, Baccaglini mostrava conti, lettere di credito, investimenti e contatti con banche internazionali. Alla fine, per stessa ammissione di Zamparini, arrivò un’offerta di 20 milioni, giudicata insufficiente. I palermitani impararono allora il significato di «closing», continuamente rinviato fino al definitivo naufragio. Secondo quanto racconta ancora il Corriere di Palermo di Repubblica nell’articolo di Massimo Norrito, Baccaglini rimase sospeso tra l’immagine di visionario imprenditore e quella di un azzardato avventuriero.
Oggi resta il ricordo di una stagione breve e controversa, che aveva alimentato sogni e lasciato ferite. Il Palermo attuale lo ha ricordato con un messaggio ufficiale di cordoglio, salutando un presidente che, nel bene e nel male, ha fatto parte della sua storia.