L’Italia dello sport perde uno dei suoi simboli più grandi. Nicola Pietrangeli, mito assoluto del tennis azzurro, è morto all’età di 92 anni. Malato da tempo, l’ex campione aveva continuato fino agli ultimi mesi a seguire con passione le imprese dei suoi eredi, commentando e intervenendo pubblicamente quando la salute glielo permetteva.
Considerato il padre nobile del tennis italiano moderno, Pietrangeli ha dedicato l’intera vita a questo sport, lasciando un’eredità tecnica e umana ineguagliabile. Le sue vittorie, il carisma e il ruolo da ambasciatore della racchetta lo hanno reso una figura centrale per generazioni di appassionati.
Negli ultimi mesi, lo stesso Pietrangeli aveva raccontato il peggioramento delle proprie condizioni fisiche, aggravate anche dal dolore per la recente perdita del figlio, scomparso a 59 anni. In un’intervista rilasciata a Supertennis, aveva parlato con lucidità e amarezza del suo stato: «Non voglio fare il drammatico, ma aspetto… e mi sa che se piove non rimandiamo. Che ci sto a fare? Sono come una larva. Devo aver fatto qualcosa di male nella mia vita».
Parole dure, che restituivano la sofferenza di un uomo provato ma ancora lucido, capace di riflettere con sincerità sul proprio percorso.