Repubblica: “Zamparini: «I debiti? Solo 32 milioni. Quest’anno la mia famiglia costretta a tirar fuori 10 milioni»”

“Il fallimento sarebbe una tragedia. Non per lui, ma per la città di Palermo. È la versione di Maurizio Zamparini a pochi giorni dalla prima udienza che entrerà nel merito dell’istanza di fallimento avanzata dalla procura. Il patron è tornato in città per accompagnare il filantropo tedesco Gamil de Chadarevian alla missione di Biagio Conte, alla quale Zamparini ha donato 50 mila euro. «Il fallimento sarebbe una tragedia – dice Zamparini a margine del tradizionale brindisi di Natale con i cronisti sportivi – ma non per me, per voi. Quando mi guardo allo specchio vedo una persona onesta e corretta. Certo, per me sarebbe un dolore grandissimo. Dopo 15 anni non è bello arrivare fino a questo punto. Penso che la procura di Palermo sia una procura d’eccellenza, ma probabilmente ha in mano documenti che gli ha fatto prendere determinate misure. Mi hanno mandato la finanza a casa con un intervento intimidatorio, non si va a casa della gente così: mi hanno aperto le portiere della macchina come se nascondessi droga». La speranza per il Palermo, che si dice sicuro di dimostrare nel merito che è tutto un equivoco, è chiudere la partita nel più breve tempo possibile. Anche se fra pool difensivo rosanero e procura la differenza di cifre è evidente. «I debiti del Palermo ammontano a 32 milioni di euro – dice Zamparini – dei quali 7 verso di me e 22- 23 verso i procuratori. Non è il debito che ci preoccupa. Anche se la B non è ricca: altro che 25 milioni di paracadute. Se hai solamente altri 7 milioni di entrate e 25 milioni di stipendi e le uscite sono in totale 45 milioni, significa che anche quest’anno la mia famiglia dovrà tirare fuori altri 10 milioni per finire il campionato. E se non ci sarò più io, li tirerà fuori chi entrerà in società con me». Per la procura, invece, i debiti sono circa 63 milioni. Ma per Zamparini è un errore del consulente di parte che non ha bilanciato crediti e debiti. Nel frattempo le trattative per la cessione del club vanno avanti. « Saremmo già arrivati a un accordo se non ci fosse stata l’istanza – dice il patron – con Cascio ho un rapporto quasi giornaliero. Con Baccaglini invece no. Le sue carte sono nelle mani di agenti che stanno investigando su documenti falsi. Io sono sereno, non ho mai rubato un euro». A proposito del rischio per l’operatività della società legata ai tempi della discussione dell’istanza, Zamparini dice di confidare nella giustizia italiana. « Prima o poi la giustizia trionfa sempre – osserva a Benevento chiedevano per me gli arresti domiciliari e il sequestro delle azioni del Palermo. Dopo cinque anni sono stato assolto perché il fatto non sussiste. Non abbiamo fatto nulla di male. L’unica preoccupazione è che ci lascino lavorare per riportare la squadra in A»”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Repubblica”.