Repubblica: “Zamparini conferma Corini. Ma il futuro della società resta appeso ad un filo. I dettagli”

“Eugenio Corini resta sulla panchina del Palermo. Una soluzione a sorpresa che arriva al termine dell’ennesima giornata convulsa in casa rosanero. Una giornate nella quale Corini è stato a un passo dall’addio ed è stato poi richiamato sulla panchina quando già aveva lasciato la riunione fiume ad Ajello del Friuli a casa del presidente Zamparini. A giocare un ruolo importante come mediatore tra Zamparini e Corini sarebbe stato Nicola Salerno, nuovo direttore sportivo del Palermo, che ha chiesto ed ottenuto la conferma del tecnico che, tra l’altro, rappresenta ancora adesso un volto da spendere nei confronti della tifoseria che, da quando il “Genio” è arrivato sulla panchina, ha sospeso la contestazione nei confronti di Zamparini. Resta comunque l’anomalia di un presidente che, dopo appena due gare, ha iniziato a mettere in discussione il suo allenatore, e anche ieri, avrebbe voluto esonerarlo. Ma le schizofrenie del presidente non sono gli unici problemi che il Palermo affronta e dovrà affrontare. La discesa in campo di Orlando, oltre a dire che le vicende rosanero entrano prepotentemente nella campagna elettorale per l’elezione del prossimo sindaco, fanno tornare con la memoria indietro negli anni quando il Palermo navigava in cattive acque e rischiava di continuo il fallimento. Erano i tempi di Ferrara, poi salvato da Sensi, e poi quelli dello stesso Sensi, salvato dall’arrivo di Zamparini. Sì perché, è inutile negarlo, la situazione non è rosea e gli scenari che si aprono, se non dovesse esserci una decisa inversione di rotta, sono di quelli che mettono i brividi. A Zamparini, soprattutto allo Zamparini degli ultimi tempi, si può rimproverare di tutto tranne il fatto di essersi reso conto di non riuscire più ad assicurare alla società quella forza economica di qualche anno fa e di avere messo in vendita la società. Ma in viale del Fante non è ancora arrivata una vera offerta. Cascio non ha fornito le necessarie garanzie e la stessa cosa, almeno al momento, si può dire dei cinesi. L’offerta, in questo caso sembra seria, ma dalle parole non si è mai passati ai fatti e le scadenze vengono disattesi e il closing viene differito nel tempo. Uno stillicidio che fa pensare che, se ci sarà, il passaggio non avverrà in breve tempo. E nel frattempo? Nel frattempo il Palermo è una società che ha un buco in bilancio di quasi 20 milioni, che ha un decreto ingiuntivo del Tas di 10 milioni, che ha il fido di 2,5 milioni bloccato da Unicredit, che ha solo duemila euro nel conto corrente e che ha un pignoramento di 200 mila euro da parte di Riscossione Sicilia. Ecco perché non si può essere tranquilli e non si può nemmeno pensare al paracadute di venticinque milioni in caso di retrocessione. Quei soldi, infatti, servirebbero soprattutto per pagare i creditori. Una soluzione sarebbe quella che Zamparini mettesse denaro suo come ha fatto in passato, ma le risorse finanziare del patron non sono quelle di un tempo così come non è quella di un tempo la sua voglia di investire nel calcio. E così, qualora la cessione della società fosse ancora ritardata o non arrivasse proprio, Zamparini potrebbe fare due mosse: la prima è un passo indietro nominando un altro presidente, figura super partes. La seconda è consegnare la squadra in mano al sindaco Orlando. Mossa estrema che Zamparini paventa e che sarebbe l’anticamera del fallimento. Ed eccoci a Orlando. Non è un caso se il sindaco è sceso in campo in maniera dura parlando tra l’altro di «mortificazione programmata» e ponendo di fatto fine alla luna di miele con il presidente rosanero. I due si erano incontrati di recente a Coccaglio dove la squadra era in ritiro. Orlando aveva, tra l’altro, ipotizzato il coinvolgimento di un paio di imprenditori italo americani interessati alla società, ma anche loro, al momento, sono rimasti sulla carta. Certo è che l’aria che si respira in viale del Fante non è delle migliori, tanto che c’è chi ha già pensato di fare i bagagli e trasferirsi altrove. Lo ha già fatto Daniele Faggiano che si è dimesso ed è andato a Parma. Lo sta facendo in queste ore anche il team manager Alessio Cracolici che ha deciso di dire no alla sicurezza del contratto a tempo indeterminato per cambiare aria anche lui. Andrà pure lui a Parma a supportare Faggiano. Ma gli addii non sono finiti perché il prossimo sarà Dario Baccin che, alla scadenza del contratto, andrà via da Palermo con probabile destinazione Juventus.”. Questo quanto riportato da “La Repubblica”.