Repubblica: “Trapani, Morace e la serie A: «Non ci pensiamo, ma c’è il progetto del nuovo stadio»”

“Dieci anni di Trapani. Dieci anni di emozioni, di saliscendi emotivi, di scelte coraggiose e impopolari. Di passione e disincanto, di saggezza e determinazione. Vittorio Morace è l’anima del Trapani: ne è il fondatore, il riferimento assoluto, l’icona. Eppure, non ha mai desiderato le luci della ribalta. Anzi, ha spesso utilizzato tutta la sua autoironia per spiegare come il calcio non sia la sua materia, come la fiducia nei suoi collaboratori sia (quasi necessariamente) totale. Vittorio Morace è un personaggio originale: non esiste in Italia un presidente più amato, ma lui non ama microfoni e telecamere. Il “suo” Trapani era partito dalla serie D e ha conosciuto la retrocessione in Eccellenza. Poi, l’ascesa irresistibile: il ritorno in D, le vittorie sino alla serie B. E adesso, la finale per la serie A, un traguardo mai pensato, né immaginato. Affidata al figlio Ettore le gestione della sua azienda marittima (ex Ustica Lines, oggi Liberty Lines), oggi trascorre gran parte del suo tempo a Malaga, insieme alla moglie Annemarie Collart. È lì che la sua anima trova risorse e serenità. Poi, però, quando il Trapani ha un appuntamento importante, prende il primo aereo e vola a seguire la formazione granata. È accaduto anche martedì scorso, nella gara di ritorno contro lo Spezia. «È stata un’emozione grandissima: io ormai — confessa Morace — mi devo imporre di vivere i novanta minuti con un certo distacco, altrimenti il coinvolgimento emotivo diventa eccessivo. L’entusiasmo che si respirava allo stadio era contagioso. Questa squadra sta facendo qualcosa di straordinario. Ho sentito da qualche parte che i risultati della nostra formazione sono i successi di ragazzi semplici, supportati da gente semplice, come i nostri tifosi. Ecco, è la definizione più azzeccata». C’è da spiegare questa incredibile serie di diciotto risultati utili di fila: quattordici vittorie e quattro pareggi, che hanno condotto il Trapani a due passi dal paradiso. «La nostra è una vera squadra — prosegue — e questo gruppo trasmette a tutti una sensazione di grande positività. Non è importante chi gioca. Qualsiasi calciatore che vada in campo esprime un enorme senso di collaborazione con i compagni: un esempio per tutti». Dietro, naturalmente, c’è la mano di Serse Cosmi e Daniele Faggiano: un tecnico e un direttore sportivo che hanno rappresentato una vera fortuna per questo Trapani. «Del direttore sapete già tutto. Con lui mi trovo benissimo: è competente e capisce al volo quali siano le mie esigenze e quelle della società. Di Cosmi, mi piace tratteggiare soprattutto il lato umano. È una persona di spessore, di grande carattere, che possiede un innato carisma. La capacità di infondere al gruppo il suo temperamento si sta rivelando la nostra arma vincente». La città si chiede: se arriverà la A, come il Trapani potrà giocare al Provinciale? «I tifosi devono stare tranquilli. Si farà quel che si deve — sottolinea il presidente — per adeguare lo stadio alle necessità del massimo campionato. Esiste già un progetto di allargamento del Provinciale a 16 mila posti (dai 7 mila attuali, ndr). Se dovessimo vincere la finale, intanto aumenteremmo la capienza a poco più di 10 mila posti. Poi, se consolidassimo la nostra posizione in serie A, arriveremmo successivamente anche ai 16 mila previsti». Fa sorridere ripensare agli anni della Lega Pro: allora, fu proprio Morace il primo a sostenere che il Trapani un giorno avrebbe combattuto per conquistare un posto in serie A. «Dal punto di vista imprenditoriale, sono sempre stato abituato a guardare avanti, a perseguire obiettivi ambiziosi: forse, però, quando qualche anno fa parlavo di serie A, ero un po’ incosciente (ride, ndr)». Il giro di campo prima delle partite casalinghe, insieme alla moglie Annemarie, è l’unico momento di popolarità che si concede. «Sa perché lo faccio? Perché voglio dire così alla città che sono felice dei sacrifici compiuti per questo Trapani. Scorgere, poi, la felicità negli occhi della gente mi commuove, mi rende orgoglioso. E mi commuove la gratitudine che i tifosi hanno nei miei confronti. Prometto a tutti che giovedì tornerò al Provinciale, per la gara di ritorno della finale. Non posso mancare». Messa in archivio la vittoria contro lo Spezia, il Trapani ha ripreso il suo lavoro, in vista della sfida di domenica. Tutta l’attenzione era puntata su Petkovic, che martedì non ha giocato per un problema al ginocchio sinistro. La visita specialistica a Pavia, ha fugato ogni dubbio: Cosmi potrà schierare l’attaccante croato in finale”. Questo quanto scritto dall’edizione odierna de “La Repubblica”.