Repubblica: “Tifosi in coro: «La squadra cresce con i colpi dei singoli e che bello il Palermo dei giovani polacchi»”

“«Giovani come Murawski, Dawidowicz e Szyminski sono la lieta notizia di questa stagione» e «a Nestorovski non si può rimproverare niente in campo». I tifosi danno la loro lettura sulla partita di lunedì sera contro la Pro Vercelli, che ha visto il capitano macedone, poi espulso nel finale, ribaltare il risultato con una doppietta, facendo conquistare al Palermo una vittoria che vale il terzo posto in classifica. Un Palermo vincente sì, ma con una resa inferiore rispetto alle altre giornate di campionato. «I colpi dei singoli ci fanno portare a casa tre punti, ma è la prima partita che meritavamo di perdere – dice Claudio Chinnici, esperto di marketing per aziende – La squadra era un passo indietro, come tenuta di campo e difesa, rispetto alle partite con Perugia e Foggia, non so se siano state le assenze di Bellusci, Aleesami e Coronado a pesare o se sia stata una questione stanchezza, per tre partite giocate nel giro di pochi giorni». Per Valeria Trapani, dirigente statale «c’è ancora un gioco timido, discontinuo, cercano il gesto tecnico, di fare qualcosa al di sopra delle loro possibilità, sebbene ci siano delle individualità interessanti come Murawski e Dawidowicz, due tipi molto concreti. Mi fa piacere vedere giocare questi ragazzi perché si vede in campo la buona volontà». A convincere i supporter rosanero sono proprio le nuove leve polacche che, a loro dire, hanno portato benefici alla squadra. «Murawski ha uno spirito molto combattivo – dice Salvo Musotto, avvocato – Dai nuovi arriva quell’energia che i vecchi come Jajalo, Chochev, Morganella non hanno più. Non mi è piaciuto neppure Gnahoré, il suo modo di affrontare la partita è stato appena sufficiente, ha fatto colpi di tacco, movimenti un po’ inutili, era come quello che si guarda allo specchio per dirsi quanto è bello ». Promosso a pieni voti il difensore polacco Szyminski. «Mi ha piacevolmente impressionato – dice Claudio Chinnici – non sbaglia un intervento. Sono contento che Tedino riveda alcune gerarchie per fare spazio ai nuovi acquisti, che giocano col sangue agli occhi ogni match». Sul banco degli imputati è finito ancora una volta Posavec, colpevole di non trasmettere sicurezza alla squadra. «Non è adatto e non ha la fiducia dei tifosi – dice Salvo Musotto – lunedì è stato protagonista, suo malgrado, di una scena comica: ha sbagliato uscita, è caduto, gli hanno tirato la palla di sopra e l’ha presa, riuscendo comunque a salvare la porta». Un salvataggio che non ha evitato ai rosanero i fischi alla fine del primo tempo. «Pomini mi sembra più adeguato – dice Valeria Trapani – L’ho visto una sola volta ma mi ha dato l’impressione di dirigere la difesa, mentre Posavec mi comunica una sensazione di inesperienza, certe volte si confonde, gli passa la palla sotto le gambe, non è il portiere adatto per una squadra che deve risalire a tutti i costi». A tenere banco anche l’espulsione sul finale di Nestorovski, per somma di ammonizioni dopo un tocco di mano. «Credo che sia stata una grossa ingenuità, un istintivo gesto di allungare il braccio verso la palla», dice l’avvocato Musotto. «Sono attimi – aggiunge Claudio Chinnici – lunedì a Nestorovski non si può rimproverare nulla». Più netta l’opinione di Valeria Trapani: «Ho avuto l’impressione che Nestorovski non l’abbia presa con la mano ma con la spalla, l’arbitro è stato un po’ severo, non era una “manina” di Maradona». Piccolo inconveniente a parte, tutti riconoscono il lavoro di Tedino e il valore di una squadra che può ambire alla promozione. «Sono partite più emozionanti rispetto a quelle a cui eravamo stati abituati negli ultimi tempi», dice ancora la dirigente statale. «Abbiamo ritrovato il pathos, nonostante ci sia ancora scoramento nei confronti della società come dimostrano le poche presenze sugli spalti, ma i giocatori vanno in campo con i colori della nostra squadra e dovremmo sostenerli», conclude Salvo Musotto che di match al “Barbera” non ne perde uno”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.