Repubblica: “Si rivede Rajkovic, i rosa trovano in casa il rinforzo per la difesa”

“È mezzo pieno il bicchiere di Slobodan Rajkovic dopo Perugia-Palermo. Il difensore serbo sarebbe stato l’unico autorizzato a pensare più a se stesso e alla gioia di essere tornato in campo 468 giorno dopo l’ultima volta, piuttosto che dispiacersi per la terza sconfitta di fila. E invece, pur godendosi ogni momento del suo ritorno alla vita da calciatore dopo così tanto tempo, la sua preoccupazione è quella di trovare il modo per aiutare il Palermo a uscire dalla crisi. «Sto bene e forse mi mancano minuti nelle gambe – dice Rajkovic al sito ufficiale del Palermo – ma quello che mi interessa di più è aiutare la squadra e mettermi a disposizione. Lavorare in ritiro in questi giorni per me è giusto, così possiamo stare uniti e risolvere i problemi che abbiamo dopo queste tre sconfitte. A Perugia abbiamo giocato una partita dura, abbiamo perso punti importanti, ma dobbiamo guardare avanti». Lo stesso spirito che lo ha accompagnato nei momenti difficili. E “ Bobo” come lo chiamano i compagni, ne ha passati diversi. Anche prima del lungo stop. Al punto che quando i rosanero lo hanno ingaggiato in molti hanno pensato che fosse un azzardo, visto che per lunghi tratti della sua carriera il ventinovenne serbo è stato più in infermeria che in campo. Palermo poteva essere la piazza giusta per ripartire, ha pensato nell’estate del 2016 alla vigilia del suo primo campionato di serie A in Italia, e lo stesso pensiero lo ha fatto anche la società rosanero al punto che lo ha messo sotto contratto fino al 2020. Prima di Perugia, il difensore aveva giocato tre partite e mezza e nemmeno tutte di fila. Un’espulsione all’esordio per doppia ammonizione, un infortunio alla terza partita contro il Crotone dopo uno scontro con Posavec che gli è costato una frattura scomposta delle ossa nasali. E un ginocchio che continuava a dargli problemi fino all’ultima partita contro il Milan del 6 novembre 2016. Da quel giorno il suo ritorno in campo ha iniziato a slittare sempre di più. I quattro mesi iniziali si sono trasformati in un anno, tre mesi e undici giorni. Ad aprile del 2017 l’ultima operazione, la settima alle ginocchia complessivamente, per curare la lesione alle cartilagine. A Perugia il ritorno in campo con la sua prima maglia da titolare dopo l’infortunio. Una partita che è durata settantatré minuti prima che dei comprensibili crampi suggerissero a lui e Tedino la sostituzione. « È stata un’emozione grandissima – ammette il difensore serbo – non solo perché finalmente potevo aiutare la squadra, ma perché sono tornato a giocare che per me è la cosa più bella del mondo. Famiglia, amici e squadra mi sono stati molto vicini. Ora voglio continuare a crescere dal punto di vista atletico e soprattutto tornare in serie A».”. Questo quanto riportato da “La Repubblica”.