Repubblica: “I tifosi, la provocazione: “Ritiriamoci e pensiamo alla prossima serie B””

Neanche nelle partitelle di allenamento con le casacche la Lazio vince in questo modo, questa squadra è a livelli dell’oratorio». «Questi giocatori sono troppo scarsi, non si riesce a dare loro tutte le colpe». Il giorno dopo l’ennesima, ma la più pesante, sconfitta nel campionato dei record negativi, è sempre più difficile parlare di calcio con i tifosi rosanero, che non vedono l’ora di concludere una stagione da dimenticare e si dividono tra “colpevolisti”, per cui ormai ogni occasione è buona per sfogarsi e gli assolutori di una squadra “troppo scarsa” per essere giudicata veramente colpevole. Tra i primi c’è Giorgio Matracia, 60 anni, presidente del circolo canottieri Roggero di Lauria. «Ieri, il risultato più giusto era 6 a 0. Se si potesse ritirare la squadra dal campionato e concentrarsi sulla prossima stagione in B o comunque far giocare i ragazzi della Primavera, che sono sicuramente più motivati, sarebbe molto più utile. La partita di ieri è l’ennesimo affronto per questa città, i giocatori non hanno mostrato un minimo di rispetto per l’ambiente, del resto durante la settimana fanno una bella vita tra feste e shopping nei negozi », dice Matracia, che non crede all’operazione Baccaglini: «Anche questa è una delle tante prese in giro, prima c’erano gli arabi, adesso arriveranno i cinesi mandarini». Aurelio Cajozzo, medico di 27 anni, invece, non se la sente di colpevolizzare una squadra che, secondo lui, era stata costruita per retrocedere sin dall’inizio. «Da tempo siamo rassegnati al fatto che ogni partita sia una sconfitta annunciata, ma la colpa non è dei giocatori. Loro oggettivamente non possono fare di più, me la prendo con chi li ha messi lì». E sulla nuova presidenza e l’atteso closing con il passaggio di proprietà resta cauto. «L’operazione lascia molti dubbi, ma non posso credere che dopo tutto questo clamore sia tutto una farsa, sarebbe imbarazzante per la Lega e per l’intero mondo del calcio». Ma anche il giovane medico, che all’inizio di questa stagione non ha rinnovato l’abbonamento dopo anni di tifo in curva Nord, non si può dare pace per il trattamento che la società ha riservato agli aficionados rosanero. «La società non si è dimostrata intelligente, c’è un popolo che farebbe di tutto per questa squadra, ho amici che fino alla fine hanno seguito la squadra in trasferta, come si fa a trattare una città in questo modo? ». Luigi Milia, avvocato praticante di 30 anni, che ha frequentato lo stadio da abbonato per sei anni e che ha lavorato anche sugli spalti come steward, si sente «tradito e rammaricato », ma pensa al futuro e si augura che si ristabiliscano presto gli equilibri tra società e tifoseria. «Ci troviamo in un momento di vuoto di potere e di sbando che ha influito sulla prestazione dei giocatori e sul morale dei tifosi. La squadra ha tantissimi limiti e questi giocatori potevano fare decisamente meglio, ma non condivido il fatto di lasciarli soli come si augurano in molti. In questa fase – conclude – se è vero che il Palermo passerà di mano e deve attirare investitori, bisogna allentare le tensioni tra la società e l’ambiente, perché questo clima di conflittualità potrebbe essere controproducente per il futuro»“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna de “La Repubblica”.