Repubblica: “Da Lanciano a San Siro. «Andiamo a Milano solo per la nostra fede»”

“Sono stato nel settore ospiti di Lanciano e quindi vedere la mia squadra del cuore a Milano è un vero lusso La mia è una fede che va ben oltre i risultati” Contro la classifica, contro gli sfottò degli amici che ti chiedono “chi te lo fa fare” e contro ogni logica, mossi solamente dall’amore per i colori rosanero. Sono i tifosi del Palermo che domani andranno a San Siro per assistere alla partita contro il Milan. Questa volta a fare notizia non sono gli esodi che hanno colorato di rosanero gli stadi d’Italia quando le cose andavano bene, ma il fatto che nonostante la squadra sia a un passo dalla retrocessione il legame fra la squadra e alcuni suoi tifosi resta ben saldo. «Dopo che vai nel settore ospiti di Lanciano – dice Claudio Chinnici – quello di Milano è un lusso. La fede va oltre i risultati o l’andamento della squadra. Seguo il Palermo perché lo amo a prescindere dai risultati o da chi lo guidi. La fede non si discute e poi la trasferta è un momento per condividere una passione comune con altri amici. Abbiamo un gruppo su WhatsApp che si chiama “Cuori laureati” e su quello ci organizziamo di volta in volta, ma non facciamo parte di nessun gruppo organizzato. Il Palermo è il mio unico e solo vizio».
Claudio lavora a Parma, ma questo non gli impedisce di essere fra gli abbonati del “Barbera” oltre che di partecipare alla maggior parte delle trasferte al seguito dei rosanero. «Ero allo stadio per Palermo- Cagliari – racconta – e a fine partita ero scoraggiato come è capitato spesso quest’anno. Però mi è dispiaciuto per i fischi perché è vero che alcuni non mettono vigore come fanno Crotone e Pescara, ma non tutte le colpe sono dei giocatori. La delusione non è un buon motivo per non andare allo stadio. Ogni partita la vivo come un evento a sé. Certo se per Palermo-Cagliari non mi fossi anche bagnato per la pioggia sarebbe stato meglio. La salvezza? Non sono i risultati che mi guidano e poi l’anno scorso insegna che fino a che non c’è la matematica di mezzo bisogna crederci. Anche se quest’anno abbiamo perso troppi treni e rispetto all’anno scorso ci credo meno» In questo periodo è facile fare battute sul Palermo. «È da lunedì – confida Matteo Di Salvo – che mi dicono di mangiarmi i soldi piuttosto che andare a Milano. Ma seguirei il Palermo ovunque e al di là della categoria in cui gioca. Non cito le trasferte sui campi assurdi come fanno tutti, ma posso dire che c’ero. E fino a quando potrò ci sarò sempre. Mi piace proprio vedere la partita allo stadio, sia in casa che in trasferta. Il suono, il clima, il contesto, la gente intorno a te: è tutto più vero allo stadio. Alla televisione certe sensazioni non le puoi nemmeno immaginare. Allo stadio non hai distrazioni e non c’è pericolo che vada via il segnale. E poi se ami il Palermo lo ami sia che vinca o che perda: figurarsi se potevo perdermi una partita della mia squadra del cuore alla Scala del calcio». Quando arriva il Palermo c’è anche chi prende l’occasione al volo per respirare aria di casa. «Vivo a Torino – racconta Giuseppe Patrinostro – e non ci sto male, ma casa è sempre casa. E quando semplicemente senti parlare in palermitano ti senti un rappresentante della tua città, a prescindere da quanti ne prendi in campo. Quando abbiamo deciso di andare a Milano, per puro atto di fede più che per il risultato, scherzando con gli amici ci siamo detti che così avremmo visto San Siro ancora una volta, perché difficilmente l’anno prossimo potremo tornarci per una partita del Palermo».”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica “.