“Palermo al microscopio”: l’harakiri tattico di Tedino e le (scarse) attenuanti arbitrali

Bruno Tedino ha clamorosamente toppato. Al netto degli errori di valutazione pesantissimi da parte dell’arbitro Livio Marinelli – che regala due gol al Parma – il Palermo non è mai sceso in campo con il giusto atteggiamento, se si escludono delle sortite estemporanee a cavallo tra i due tempi ed il forcing disperato dei minuti di recupero.

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Le scelte di formazione del mister ex Pordenone si sono rivelate altamente fallimentari, con Nestorovski ed Aleesami che si sono dimostrati ancora una volta non all’altezza sul piano della condizione fisica. Un campionato ostico come la Serie B, d’altronde, impone ritmi fin troppo frenetici per il macedone e per il norvegese, che (chi per rientro dall’infortunio e chi dagli impegni con la Nazionale) nel corso delle ultime sfide erano scivolati in panchina per far posto a La Gumina e Rolando.

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Tedino, come già sottolineato nel corso di altri episodi del nostro approfondimento, non è certo nuovo a svarioni tattici simili: come può un tecnico presente sin da inizio stagione non accorgersi della necessità di confermare la squadra che tanto bene ha fatto nelle ultime quattro partite? La presunta stanchezza di La Gumina e Rolando era davvero talmente pregiudicante da “costringere” il cinquantatreenne di Treviso a puntare su calciatori che poco avevano inciso nelle loro ultime apparizioni?

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Misteri, questi, che Tedino dovrà necessariamente spiegare nella conferenza stampa che precederà Palermo-Pescara. La compagine abruzzese, pesantemente ridimensionatasi negli ultimi mesi dopo un inizio di stagione che lasciava presagire una bella rincorsa play-off, ha tentato per la terza volta la strada del tecnico “interno”: il subentro di Massimo Epifani non ha però sortito i risultati sperati – al contrario dei bei pregressi con Eusebio Di Francesco e Massimo Oddo -, con il sostituto dell’esonerato Zdenek Zeman che ha conquistato soltanto un punto in 5 partite, portando a casa un passivo di 10 reti. Sarà per questo che il patron del Delfino Daniele Sebastiani ha deciso di rispedirlo in Primavera, chiamando alle armi una vecchia volpe ricca di cicatrici di guerra della cadetteria come Bepi Pillon.

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Ecco perché la gara di sabato prossimo non sarà affatto da sottovalutare, con un Pescara che si presenterà al Renzo Barbera col più classico del coltello tra i denti. Starà a Bruno Tedino giocarsi la partita con un atteggiamento tattico decisamente diverso rispetto a quello del Tardini, onde evitare ulteriori debacle che potrebbero condizionare in maniera ancor più pesante la corsa alla promozione diretta della compagine rosanero, che ancora una volta ha mancato l’ennesima occasione per compiere il salto di qualità anche a causa di un organico poco adeguato ad un campionato ruvido e dispendioso come quello cadetto.