“Il Palermo visto dai tifosi”, parola ad Andrea: «Fiducia in Baccaglini, Palermo da rivoluzionare. Contro il Cagliari…»

Come ogni martedì, ecco la rubrica “Il Palermo visto dai tifosi” targata Ilovepalermocalcio. Oggi la parola va ad Andrea Diblasi, tifoso del Palermo e studente universitario, che ha spiegato ai nostri microfoni la sua opinione sull’attuale momento del club di viale del Fante. Ecco le sue parole:

3-1 del Cagliari in casa e quarta sconfitta di fila. Come reputi il gioco dei rosanero?

«Purtroppo nell’ultima sconfitta subita in casa ero allo stadio. Nel primo tempo ho visto una squadra pimpante, come molte volte si è vista nella maggior parte dei primi 45 minuti. Ma poi quella piccola speranza che si è accesa grazie al gol di Gonzalez si è immediatamente affievolita, subito dopo la ripresa. Ho visto una squadra con molti limiti tecnici, giocatori che non sono adatti alla massima serie, a parte qualche eccezione (Nestorovski in primis). Ma sopratutto ho visto una squadra arrendevole e fragilissima psicologicamente, fattori che hanno di fatto precluso il gioco dei rosa che quindi in generale, non mi è piaciuto».

La serie B è sempre più vicina, sembra ormai inevitabile. C’è ancora qualche speranza per la squadra di Lopez?

«Come si è soliti dire “la speranza è l’ultima a morire”, ma puoi crederci quanto vuoi, alla fin fine sono loro che scendono in campo e devono dare il 300% che a quanto pare, collegandomi a prima, non basta. Io ci credo sempre fino all’ultimo, ma dopo la prestazione di domenica contro il Cagliari, vedo quasi come un miracolo una nostra possibile salvezza. Abbiamo avuto tante possibilità di riaprire i giochi, ma non le abbiamo mai sfruttate. Credo che rispetto all’anno scorso manchino 3 “dettagli” con 3 nomi ben precisi: Vazquez, Gilardino e Sorrentino, coloro che l’anno scorso trascinavano la squadra».

Cosa ne pensi del nuovo presidente del Palermo Paul Baccaglini?

«Tengo a precisare che rispetto ad altri tifosi palermitani non vedo “il male” nella figura di Paul. Ma solo un ragazzo ambizioso che vuole unire il Palermo Calcio ad una realtà nuova, che possa dare nuova verve alla piazza in generale e sopratutto ritrovare quel tifo che ha sempre riempito quegli spalti, già da un po’ troppo abbastanza vuoti. Io do fiducia al nuovo presidente e spero davvero che possa fare del bene per il mio, il nostro, Palermo!».

Credi nei progetti del nuovo patron rosanero? Farà meglio di Zamparini?

«Come già detto prima, adoro il progetto di Baccaglini, profuma di innovazione e rimodernamento, verso una città rimasta credo troppo indietro rispetto al calcio moderno e sopratutto abbandonata dal punto di vista culturale. Penso che il nuovo presidente possa mettere in risalto lo splendore della nostra città e della nostra squadra, sopratutto. Non sarà semplice, e neanche immediato, ma credo che se ci armiamo di pazienza e di fiducia verso questa nuova figura, possiamo ritornare a sognare in grande. E sì, rispondendo alla seconda domanda, credo proprio farà meglio di Zamparini, sopratutto per quanto visto negli ultimi 5 anni».

La causa di questa stagione da dimenticare, secondo te, a cosa si deve attribuire?

«La causa? Semplice, la causa secondo me è del nostro oramai ex patron rosanero Maurizio Zamparini. Provo grande stima verso di lui e lo ringrazio per tutto quello che ha fatto e per tutti i campioni che ha portato. Ma credo che già da un bel pezzo, abbia voluto portare avanti (forzatamente) un ciclo ormai finito da un bel po’, creando attrito con la nostra tifoseria a causa delle sue continue bugie e prese in giro, che hanno illuso tante volte il tifoso palermitano, per poi rimanere con un pugno di mosche. La squadra è stata smantellata da lui, non ha preso giocatori d’esperienza (troppi giovani inesperti) e non ha provato a risolvere il problema durante il mercato invernale. Può cambiare quanti allenatori vuole, ma la colpa principale sarà sempre la sua».

Tornando indietro nel tempo, qual è la gara che ricordi in assoluto con più piacere?

«Credo proprio il ritorno di semifinale contro il Milan in Coppa Italia. Ero allo stadio e vi era un atmosfera fantastica, condita dal desiderio di quell’ambitissima finale, poi raggiunta. Era tutto perfetto dagli spalti, con cori e festeggiamenti, al campo con un gioco sublime grazie ai vari Pastore, Ilicic, Miccoli ecc. Quella sera mi misi a piangere dalla felicità. La considero la serata perfetta, per me, da tifoso rosanero».

Come è nata la tua passione per il Palermo?

«La mia passione per il Palermo è nata semplicemente attraverso la passione di mio padre che mi ha fatto scoprire questo mondo fantastico, fatta di dolori ma sopratutto gioie. La mia prima volta allo stadio è stato nel 2004, contro la Triestina e la promozione in serie A dopo tantissimi anni. Tutt’ora porto la stessa sciarpa allo stadio usata quel giorno, e ogni volta prenderla in mano, mi fa venire in mente tantissimi ricordi stupendi, che spero di non poter dimenticare mai».

Cosa consigli alla società in caso di permanenza in serie A e di retrocessione? 

«Sia in caso di permanenza che in caso di retrocessione consiglio una bella rivoluzione della rosa con innesti adeguati ed un mix di giovani di qualità ed esperienza. In ogni caso ripartirei da un’unica certezza: Iljia Nestorovski. L’unico che in ogni partita ha dato anima e corpo per questa maglia».

Infine, cosa diresti al presidente uscente e all’italo-americano che prenderà il suo posto?

«Non ho nulla in particolare da dirgli, solo che ha la mia più grande fiducia, verso un futuro roseo, insieme. L’unica raccomandazione che gli posso fare è: non far uscire un 2° capitolo de “Il mangia-allenatori”».