Giornale di Sicilia: “Murawski: «Adesso torno titolare»”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia2 ha riportato un’intervista fatta a Radoslaw Murawski. Ecco quanto si legge:

“Un talismano sacrificato, tra fatiche da smaltire e concorrenza da battere. Adesso però. Murawski vuole riprendersi un posto nell’undici titolare, quello che manca da quattro partite. Ha tirato la carretta nella fase più dura della stagione, ha dato al Palermo un equilibrio che prima non riusciva a trovare e ora vuole tomare in campo, con le batterie ricaricate. Ne aveva bisogno e ne ha approfittato durante la pausa, passata nella sua Polonia, dove ha ritrovato i vecchi compagni del Piast Gliwice. Li è una sorta di leggenda, è stato capitano a vent’anni e ha quasi vinto un campionato nel 2016, giungendo secondo a due punti dal Legia. Per questo, quando può, toma alle origini. Lo ha fatto qualche settimana fa, portando una sua maglietta da esporre in bacheca e raccontando la sua esperienza in Sicilia: «Agli inizi, quando l’allenatore ci dava dei giorni liberi, preferivo rimanere a Palermo per sbrigare varie faccende. Mi ha aiutato molto Cionek, è stato come un fratello maggiore in questi mesi». Un fratello che ora ha cambiato casa, ma Murawski è pronto a camminare da solo, perché nel gruppo si è integrato alla perfezione: «Non so se sia per il carattere che mostro in campo o fuori, ma so che mi apprezzano per questo. Poi nello spogliatoio parlano tutti italiano, quindi so di dovere imparare la lingua: quando Tedino mi dice qualche parola che non conosco, vado a controllarla subito nel vocabolario per ricordarmela». E con i compagni scherza tanto, da tifoso della propria nazionale: «Spesso ci prendono in giro, perché con gli altri polacchi facciamo spesso sedute di fisioterapia e ironizzano sulla nostra nomea di essere come delle macchine. Noi? Beh, noi gli rispondiamo chiedendo con chi giocheranno nei gironi dei Mondiali…» Quelli a cui Murawski sogna di partecipare, pur non dicendolo, consapevole di essere tenuto sott’occhio da Zibi Boniek, presidente della Federcalcio polacca. Un sogno da coltivare facendo bene col Palermo. E finora non può che essere soddisfatto: «Gioco in un ruolo pia offensivo, un po’ come ai tempi delle giovanili». Una posizione che gli è valsa anche un soprannome non certo scontato: «Mi chiamano bomber perché alla prima partita (contro la Virtus Francavilla, ndr), quando non mi conosceva nessuno, sono entrato e ho subito segnato». Adesso lo conoscono tutti a Palermo, anche se ogni tanto capita qualche scambio di persona: «Molte volte i tifosi mi chiamano Szyminski – sorride ironicamente il mediano -. Una volta ero con degli amici e spiegai ad un tifoso che non ero lui, ma a quel punto chiese l’autografo ad un mio amico convinto che fosse Szyminski». Scambi di persona a parte, il suo rapporto con i palermitani non poteva essere certo migliore: «In Italia il calcio e trattato come una religione. Le persone sono molto aperte e tranquille, ho preso casa vicino al mare e posso rilassarmi lì dopo gli allenamenti». Perché Murawski è cosi: lotta per riprendere un posto, ma preferisce stare lontano dai riflettori. In campo come fuori, con la compagna Klaudia che da ieri è tornata a Palermo e che a giugno diverrà sua moglie: «Quando sei solo senti il bisogno di avere accanto una persona da abbracciare, se l’amore esiste e normale che non sia a distanza, ma vicino a te ogni giorno»”.